Dal 15 ottobre a Colorno, nell’ambito di ColornoPhotoLife, la mostra monografica dedicata a Nino Migliori con quasi novanta ritratti.

10 Ottobre 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Dal 15 ottobre 2022 al 10 aprile 2023, la Reggia di Colorno (PR) ospita la mostra monografica Nino Migliori. L’arte di ritrarre gli artisti. A cura di Sandro Parmiggiani, con la direzione di Antonella Balestrazzi, l’esposizione si inserisce nell’ambito della 13esima edizione di ColornoPhotoLife.

Nino Migliori, Andy Warhol, 1975 © Fondazione Nino Migliori

Nino Migliori. L’arte di ritrarre gli artisti

Il percorso espositivo riunisce ottantasei opere inedite di Nino Migliori, in un excursus che va dagli anni Cinquanta a oggi. Settant’anni di attività che testimoniano l’inesauribile curiosità del fotografo, la sua voglia di esplorare il mezzo fotografico, sperimentare tecniche sempre nuove.

Protagonisti dei ritratti i grandi nomi della scena artistica di questi decenni. Man Ray, Ferdinando Scianna, Ernesto Treccani, Andy Warhol, Italo Zannier. Antonio Gades, Emilio Tadini, Eugenio Montale, Gian Maria Volonté, Enzo Mari. Fausto Melotti, Marisa Merz, Bruno Munari, Arnaldo Pomodoro, Lucio Del Pezzo. Mario Botta, Ugo Nespolo, Elisabetta Sgarbi e moltissimi altri.

Nino Migliori
Nino Migliori, Fausto Melotti, 1998 © Fondazione Nino Migliori

La mostra allestita alla Reggia di Colorno si divide in cinque sezioni. I ritratti in bianco e nero avviati negli anni Cinquanta, quando Nino Migliori è a Venezia e frequenta la casa di Peggy Guggenheim, e sviluppati fino agli anni recenti. Le immagini a colori, nelle quali spesso il fotografo opera una dislocazione dei piani e talvolta ritaglia le immagini e le ricolloca nello spazio.

Ancora, le sequenze di immagini tratte dal mezzo televisivo e concepite come fotogrammi in divenire. Le grandi “trasfigurazioni” a colori in cui Migliori interviene “pittoricamente” sull’immagine. Infine, i ritratti recenti in bianco e nero “a lume di fiammifero”, che applicano alcune sue ricognizioni condotte su sculture “a lume di candela”.

Strenuo indagatore del mezzo fotografico

Evidenzia il curatore Sandro Parmiggiani: «Davanti alle fotografie di Nino Migliori occorre ricordare che con lui nulla deve essere dato per scontato. La macchina fotografica, la pellicola (e ora il supporto digitale), le carte su cui vengono stampate le immagini non sono asservite a una funzione prestabilita, ma essa può sempre essere ridefinita ed esplorata in nuove direzioni».

Nino Migliori, Dario Fo, 1978 © Fondazione Nino Migliori

«Migliori è stato, fin dal 1948, uno strenuo indagatore delle possibilità offerte dal mezzo, dai procedimenti tecnici e dai materiali della fotografia. Oltre a essere autore di splendide fotografie neorealiste – molti ricordano l’icona de Il Tuffatore, 1951 –, lui si è cimentato con le bruciature sulla pellicola e sulla celluloide, con esperienze su carta e su vetro, con le fotografie di muri e di manifesti, con la ricerca della “faccia nascosta” delle polaroid, con le recenti esperienze con caleidoscopi di diverse dimensioni (due dei ritratti in mostra sono realizzati con questa tecnica)».

«Inesauste ricerche e verifiche alimentate dalle visioni e dagli esperimenti che questa sorta di artista-fotografo-sciamano ha condotto nel suo viaggio dentro la fotografia. Sarebbe dunque limitativa la definizione di “fotografo”, non avendo mai Migliori concepito il mezzo fotografico come mero strumento di conformità agli statuti e ai canoni della fotografia – “una immagine che fissa il reale, in un momento del suo divenire” –, ma qualcosa che poteva permettergli di avvicinarsi a certe visioni che da sempre lo hanno intrigato».

Nino Migliori

Nasce a Bologna nel 1926, dove tuttora vive e lavora. Inizia a fotografare nel 1948, alternando la fotografia neorealista e formalista alle sperimentazioni e alle ricerche, sulla base di tecniche inventate e affinate da lui stesso. Negli anni Cinquanta, amico di Tancredi e di Emilio Vedova, frequenta la casa di Peggy Guggenheim a Venezia, mentre a Bologna si lega ad artisti quali Vasco Bendini, Vittorio Mascalchi, Luciano Leonardi.

Nel 1977 il CSAC (Centro studi e archivio della comunicazione) dell’Università di Parma gli dedica la sua prima grande mostra antologica, curata dal suo fondatore, Arturo Carlo Quintavalle. Dal 1978 Migliori è docente di Storia della Fotografia al Corso di Perfezionamento di Storia dell’Arte dell’Università di Parma.

Dà vita, nel 1982, ad Abrecal – Gruppo Ricerca Percezione Globale (1982-1991), che si rivolge soprattutto ai giovani e che si riallaccia alla poetica futurista nel senso di rottura degli schemi precostituiti e della libertà di espressione. Dagli anni Settanta dirige workshop e si dedica con frequenza alla didattica in scuole di vario ordine e grado (comprese le scuole dell’infanzia) e in istituzioni museali. Nel 2016 l’artista dà vita alla “Fondazione Nino Migliori”.

www.reggiadicolorno.it

Lascia un commento

qui