27 Febbraio 2020 di Redazione Redazione

Eccoci al secondo appuntamento della rubrica dedicata alla fotografia di reportage. Introducendo i Dieci Comandamenti della fotografia, Michele Dalla Palma ci spiega qual è il primo e più importante: conoscere!

La fortuna non esiste

Lo scatto è l’atto finale di un percorso di conoscenza di ciò che si vuole raccontare con un’immagine. Pertanto, congelare quell’attimo di realtà in una fotografia dovrebbe presupporre la conoscenza, il più precisa possibile, della “preda” che vorremmo “catturare”. Ricordate l’uomo che salta la pozzanghera immortalato da Henri Cartier-Bresson? Pensate che il Maestro abbia avuto un colpo di fortuna? In fotografia la fortuna non esiste! Esiste, invece, la conoscenza di ciò che potrebbe accadere. Il Maestro, come ogni fotografo, ha visto una scenografia intrigante, ha immaginato che dentro quel “palcoscenico” avrebbe potuto accadere qualcosa e ha aspettato di catturare l’attimo fuggente che lui aveva previsto con ampio anticipo.

Previsualizzare la realtà

Fotografare la realtà significa narrare, attraverso un’immagine, qualcosa che abbiamo conosciuto, qualunque sia il soggetto della nostra “caccia”, perché, esattamente come il cacciatore, per poterla catturare dobbiamo prima conoscere la nostra “preda”. Dobbiamo imparare come, quando, dove e perché si muove. Dobbiamo capire come usare la luce e l’ombra. Se andiamo a fotografare a mezzogiorno un paesaggio senza ombre, quasi sempre otterremo un’immagine inutile, priva di prospettiva e profondità. Dobbiamo, prima di immaginare quello scatto, studiare i percorsi della luce su quella scena. È la conoscenza di tutte le componenti di quella situazione che ci consentirà di realizzare lo scatto che abbiamo immaginato. Per gli uomini (e anche per gli animali) vale la stessa regola: dobbiamo prima capire le modalità dell’azione, per poterla catturare nel momento della sua massima espressione.

 

Un lupo nei boschi della Lozere, in Francia © Michele Dalla Palma

Per fare una fotografia come questa ci vuole grande conoscenza di quello che si vuole ottenere. Ho studiato per giorni come si muove il branco di lupi che vive tra i boschi della Lozere. Ho localizzato un “sentiero” dove passano spesso e analizzato tempi e modi degli spostamenti. Ho piazzato il capanno in una posizione favorevole, ho regolato inquadratura e parametri della fotocamera – sul cavalletto – facendo il fuoco su un punto preciso. Non potevo sapere come, quando e se un lupo sarebbe passato sul sentiero. Poi l’ho visto, da lontano. Osservando la scena a occhio libero, con il telecomando in mano, ho scattato quando il mio occhio mi ha detto che quello era “il momento”. Se avessi guardato la scena attraverso il mirino della fotocamera probabilmente, per una questione di tempi di reazione, avrei scattato con una frazione di secondo di ritardo e il lupo avrebbe superato la zona della messa a fuoco.

Michele Dalla Palma

Michele Dalla Palma
Giornalista e fotografo, ha realizzato centinaia di reportage. È  Direttore della rivista TREKKING&Outdoor. Docente Master alla Nikon School Travel, organizza corsi di fotoreportage in Italia e all’estero. È coordinatore delle Photography Expeditions del National Geographic e accompagna come Tour Leader alcune Photography Experience nei luoghi più affascinanti del pianeta.
http://www.micheledallapalma.it

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