6 Marzo 2020 di Redazione Redazione

Famoso per la street photography, ma anche per i ritratti e i paesaggi, iniziò nel 1962 divenendo ben presto uno dei primi sostenitori dell’uso del colore. Affascinato da Robert Frank e da Eugène Atget, lascia il lavoro di art director di un’agenzia pubblicitaria per gettarsi nelle strade di New York con una fotocamera 35mm con l’intenzione di raccontare storie semplici e momenti comuni. «Sapevo solo che avevo bisogno di stare per la strada», ricorderà qualche anno dopo. Compone le sue immagini ricercando «il modo in cui qualcuno fa un gesto per la strada, o quello in cui due persone reagiscono l’una all’altra, o ancora la simultaneità di due cose che avvengono all’unisono e la relazione che si crea tra esse». È autore di sedici libri tra cui Cape Light, considerato un classico tra le opere di fotografia a colori – oltre 100.000 copie vendute –. Fu l’unico fotografo autorizzato con accesso illimitato a essere presente a Ground Zero immediatamente dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 – il suo impegno ha permesso di raccogliere un archivio di 8.000 immagini –. Sue opere sono nelle collezioni dell’International Center of Photography, del Museum of Modern Art e della New York Public Library a New York e del Museum of Contemporary Photography di Chicago.

Lascia un commento

qui