29 Luglio 2019 di Vanessa Avatar

Attentato a Rocco Chinnici. È il 29 luglio del 1983

«Non ho paura della morte… So benissimo che possono colpirmi in ogni momento». Sono le parole del magistrato italiano espresse qualche tempo prima dell’attentato mafioso. Cosa Nostra lo colpirà con un’autobomba carica di settantacinque chili di tritolo. Parcheggiata davanti alla sua abitazione, la Fiat 126 verde esplose al suo passaggio. In quello scenario di guerra morirono, oltre al giudice, il portiere del palazzo Stefano Li Sacchi e i due uomini della scorta, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta. Il suo nome è legato all’idea dell’istituzione del “pool antimafia”. Fu lui a intuirne la necessità, consapevole che un’azione corale della magistratura potesse meglio favorire lo sviluppo delle indagini e della lotta alla mafia. Il processo per l’uccisione di Rocco Chinnici si è concluso con 12 condanne all’ergastolo e quattro condanne a 18 anni di reclusione, individuando quali mandanti i fratelli Salvo

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