4 Febbraio 2020 di Vanessa Avatar

Autoritratto. Man Ray. Qualcosa di insolito in questa fotografia obbliga a un’attenzione che porta il nostro guardare a scomporre e ricomporre l’immagine mentalmente. Stiamo vedendo qualcosa che non potremmo osservare senza l’intervento della luce e dell’uomo. La ricerca nella fotografia con Man Ray è completa: nella composizione, nelle soluzioni, nelle riprese e nella stampa. La sua è ricerca artistica e concettuale a circa un secolo dall’invenzione della fotografia. Alle rayografie decide di donare il suo nome, così come facevano i primi fotografi con i metodi che andavano brevettando. Con la rayografia Man Ray ritiene di essere tornato al fondamento stesso della fotografia: un oggetto posto su un foglio di carta fotosensibile lascerà una traccia in base alla luce che lo spazio occupato dall’oggetto avrà fermato. Sviluppando il foglio si ottiene così un negativo su carta, esemplare unico e irripetibile, senza alcun intervento meccanico da parte dell’uomo in fase di ripresa. Sempre sperimentando Man Ray giunge alla solarizzazione, o inversione dei toni. Un momento di luce in fase di stampa porterà all’effetto che vediamo in questo autoritratto: una figura in dissolvenza lì dove il positivo si annulla nel negativo, dando forma a una sorta di aurea emanata dal soggetto. Un ulteriore modo di usare la luce in fotografia.

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