Le voci sulle nuove mirrorless full-frame di Canon si sono rincorse per mesi, con l’azienda scaltramente impegnata a stuzzicare la curiosità degli appassionati centellinando le conferme e tenendo per sé informazioni fino ad oggi mai svelate. Ed ecco finalmente il lancio ufficiale della EOS R5 da 45 MP e della EOS R6 da 20,1 MP. Insieme alle macchine, il marchio giapponese ha presentato anche quattro nuovi obiettivi (RF 85mm F2 MACRO IS STM, RF 600mm F11 IS STM, RF 800mm F11 IS STM, RF 100-500mm F4.5-7.1L IS USM) che vanno ad arricchire la sempre più ampia famiglia delle ottiche RF, due moltiplicatori di focale (EXTENDER RF 1.4x e 2x) e una stampante fotografica professionale A3+, la ImagePROGRAF PRO-300.
Per pro e appassionati
È apparso subito chiaro quanto Canon punti su queste due nuove mirrorless. È praticamente un all-in: tutte le tecnologie del brand concentrate in macchine a pieno formato versatili e maneggevoli pronte a sfidare la concorrenza in ogni campo (foto e video) senza alcun timore reverenziale. EOS R5 e EOS R6 hanno molto in comune (processore DIGIC X, stabilizzatore in-camera a 5 assi, scatto a raffica fino a 20 fps con AE e AF attivi, per cominciare), ma non il prezzo di listino: la prima, disponibile già dal 30 luglio, è in vendita a 4.709 € (ben più basso di quanto facessero supporre i rumors); la seconda – nei negozi dal prossimo 30 agosto – costerà 2.829 € per il solo corpo, o 3.149 € in kit con lo zoom RF 24-105mm f/4-7.1 IS STM (quest’ultimo, acquistato a parte, ha un prezzo di 530 €). Il cliente tipico dell’ammiraglia è dunque il professionista che non bada a spese pur di avere la massima qualità possibile e disposto anche ad alzare ulteriormente il budget pur di affiancare al corpo macchina le migliori ottiche RF e sfruttare così al massimo il sensore da 45 milioni di pixel.
R5 & 8K
Sapevamo già che la EOS R5 (a differenza della R6) sarebbe stata in grado di riprendere video 8K – funzione che senza dubbio rappresenta uno dei selling point della nuova full-frame. Ora abbiamo i dettagli:
- registrazione interna RAW 8K a 12 bit fino a 29,97 fps utilizzando l’intera larghezza del sensore;
- registrazione interna 8K fino a 29,97 fps (senza crop) in Canon Log 4:2:2 a 10 bit (H.265) o PQ HDR 4:2:2 a 10 bit (H.265);
Per quel che riguarda il “classico” formato 4K (DCI e UHD), anche qui la EOS R5 è al top:
- registrazione video interna 4K fino a 119,88 fps (senza crop) in Canon Log 4:2:2 a 10 bit (H.265) o PQ HDR 4:2:2 a 10 bit (H.265);
- registrazione esterna tramite HDMI
4K 59,94 fps 4:2:2 a 10 bit con Canon Log o PQ HDR 4:2:2 a 10 bit; - modalità 4K HQ per frame rate fino a 30p sovra-campionando internamente i filmati 8K, per chi cerca la massima resa del dettaglio in 4K.
La EOS R6, invece, arriva a filmare in 4K UHD fino a 59,94 fps attraverso il sovracampionamento da 5,1K. È più di quanto occorra all’appassionato “medio”, che potrà poi dedicarsi alla post-produzione più versatile e creativa contando sulla registrazione interna in H.264 a 8 bit o YCbCr 4:2:2 10 bit H.265 e Canon Log. All’occorrenza, optando per il formato FullHD, sono possibili slow-motion di grande impatto a 120 frame al secondo.
Entrambe le mirrorless, offrono il tracking AF continuo di volti e occhi non solo delle persone ma anche degli animali (anche a 8K).
Simili ma diverse
Il display ad angolo variabile è comodissimo sia per le fotografie da prospettive inconsuete sia per i video: quello della EOS R5 è da 3,2 pollici e 2,1 milioni di punti, mentre il display della EOS R6 è da 3 pollici e 1,62 milioni di punti. Differenze ci sono anche nel mirino elettronico: è uguale la diagonale, 0,5 pollici, ma la risoluzione anche qui è a favore del modello più costoso: 5,76 milioni di punti (per una visione paragonabile a quella via mirino ottico) contro 3,69 milioni – un valore comunque ottimo. La frequenza massima di aggiornamento dell’EVF è di 120 fps. Le due macchine sono accomunate dalla presenza di un doppio alloggiamento per le schede di memoria ma, anche qui, per un differente pubblico di riferimento: l’ammiraglia supporta una scheda CFexpress e una SD UHS II, la sorella più piccola due SD UHS II. Come sempre, in caso di dual slot, è possibile usare le card per moltiplicare la capacità di archiviazione, per salvare le immagini in differenti formati o per un backup “al volo” dei file – opzione di cui si sentiva decisamente la mancanza nelle EOS R precedenti.
20,1 o 45?
Come detto, EOS R5 e R6 montano sensori di differente risoluzione, 45 contro 20,1 megapixel. Quest’ultimo può apparire un valore un po’ modesto nel 2020, ma bisogna tenere in conto che il CMOS della R6 è basato su molte delle tecnologie alla base di quello della formidabile reflex top di gamma EOS-1D X Mark III e fornisce una gamma di sensibilità nativa da ISO 100 a 102.400 (la R5, per via della maggiore concentrazione di fotodiodi, si ferma a 51.200): la possibilità di spingersi così in alto pur contenendo il rumore e la presenza dell’IBIS cosente di realizzare scatti nitidi anche in condizioni di luce davvero scarsa, per esempio durante i matrimoni e gli eventi in interni.
Lo stabilizzatore interno è in grado di funzionare in collaborazione con quello integrato negli obiettivi Canon RF per raggiungere gli 8 stop massimi di vantaggio: tecnicamente parlando, l’ottica correggerà il beccheggio e l’imbardata mentre il sistema IBIS sensore si occuperà di movimenti X-Y e rollio. Da sottolineare che l’IBIS supporta anche le ottiche EF, stabilizzate e no – un’ottima notizia per chi non ha nessuna intenzione di sbarazzarsi dell’arsenale reflex.
La messa a fuoco
Il processore DIGIC X supporta la nuova generazione della tecnologia Dual Pixel CMOS AF II, per una messa a fuoco automatica mai così veloce, accurata e “sensibile”. L’AF della EOS R5, infatti, può mettere a fuoco con livelli di luce pari a -6 EV, mentre l’autofocus della EOS R6 si spinge addirittura a -6,5 EV, un record! Il sistema iTR AF X AF è stato ottimizzato usando l’intelligenza artificiale con apprendimento deep learning. La modalità di rilevamento volto/occhi fa sì che i soggetti siano sempre nitidi anche quando si muovono all’improvviso e entro una profondità di campo ridotta. Se una persona si volta per qualche istante, la sua testa continuerà a essere tracciata. L’inseguimento del soggetto, grazie agli algoritmi di apprendimento avanzato, riconosce i volti e gli occhi degli esseri umani, così come gatti, cani e uccelli sia in modalità foto che video. EOS R5 ed EOS R6 mantengono la messa a fuoco e il tracking ad alta precisione indipendentemente dalle dimensioni, dalla postura, dall’orientamento o dalla direzione del viso del soggetto.
La EOS R5, a differenza della R6, dispone anche della funzione Dual Pixel RAW che permette di spostare di qualche millimetro il punto di fuoco (passando dalle ciglia alla pupilla in un ritratto, per esempio) dopo lo scatto con l’aiuto del software proprietario Canon in dotazione. La stessa tecnologia consente di ridurre l’effetto ghosting (che mostra nell’immagine i riflessi interni all’obiettivo) e di regolare la posizione del zone fuori fuoco.
Sempre connessi
Le nuove mirrorless, oltre al Bluetooth, hanno anche il Wi-Fi di serie, naturalmente. Quello della EOS R5 si basa sulle frequenza dei 5 GHz, quello della EOS R6 sul più classico 2.4 GHz. Possono quindi essere facilmente collegate a uno smartphone e connesse in rete per la condivisione di file ad alta velocità e il trasferimento FTP/FTPS. Non manca, come sempre, la possibilità di controllare in remoto le fotocamere tramite l’app Camera Connect – o il software EOS Utility se le macchine sono collegate al computer tramite Wi-Fi o USB 3.1 di seconda generazione. È supportato anche il trasferimento automatico di file di immagini alla nuova piattaforma cloud image.canon per condividere e stampare facilmente immagini o per integrarsi con i flussi di lavoro di Google Photos o Adobe Creative Cloud.
di Andrea Rota Nodari