19 Ottobre 2019 di Vanessa Avatar

Martin Parr è uno storiografo del nostro tempo. A fronte del sempre crescente numero di immagini che intasano ogni media, le sue opere ci offrono l’opportunità di vedere il mondo dalla sua personale prospettiva. Svaghi, consumi e comunicazione sono i temi principali esplorati da Parr per decenni, nel corso di viaggi in tutto il mondo. La sua Gran Bretagna è un altro argomento cruciale. In cinquant’anni di carriera, Parr ha costruito un immenso archivio e documentato la vita contemporanea britannica, producendo diversi volumi fotografici, come il fondamentale The Last Resort. Per The Art of Street Photography, Parr si muove tra due classici eventi britannici: una fiera agricola del Somerset e il Chelsea
Flower Show di Londra. Parr partecipa regolarmente a eventi del genere e dice che non se ne stanca mai perché, per lui, «dove ci sono persone, ci sono fotografie». Sulla base della sua considerevole esperienza, l’autore offre preziosi consigli per fotografia e post-produzione.

Martin Parr: consigli di scatto e strategie di elaborazione

«Il tasso di fallimento è altissimo, continuate a scattare anche i disastri». Parr spiega che, per arrivare a un’ottima immagine, può essere necessario scattarne un mucchio da cestinare. Anche per uno come Parr, con incredibili esperienza e competenza, è un buon risultato ottenere appena due o tre scatti validi da una sessione. «La teoria è che più scattate, più chance avete di vedere emergere una buona immagine, quindi continuate a fotografare qualsiasi cosa, anche i disastri». «Volete che ogni elemento funzioni». In un’immagine i dettagli sono “tutto” e solo quando tutti gli elementi lavorano per noi la fotografia ha davvero successo. Quando Parr seleziona i suoi scatti, esclude tutti quelli che, malgrado la presenza di alcuni ingredienti forti, non rispettano questa tesi. Ogni passaggio, dalla composizione alla tecnica, deve funzionare e puntare in una stessa direzione: offrire un istante di gioia, interesse o rivelazione.  La post-produzione di Parr comprende diversi passaggi chiave. Inizia con una “generosa” prima selezione degli scatti di ogni sessione, a schermo. Queste prime scelte vengono poi stampate per una seconda cernita, più spietata, che riduce a una manciata le immagini che trasmettono l’essenza dell’evento. «Preferisco eseguire la selezione finale in stampa anziché a video perché, se ci sono due o tre immagini dello stesso soggetto, posso studiarle insieme per capire quale funzioni meglio. Inoltre, credo sia un modo più impietoso di osservare un’immagine, perché permette di vedere davvero come rende». «È importante essere severi con se stessi. Magari avete passato la giornata riprendendo un evento per strada, e pensate di averlo catturato bene, ma in realtà i risultati possono essere meno forti di quanto sperate. Succede a tutti: siate onesti con voi stessi e non lasciate che il ricordo dell’impegno che ci avete messo offuschi la vostra capacità di giudizio».

Lascia un commento

qui