4# Effetto mosso. A casa come in studio
Di solito, l’“effetto mosso” si ottiene facendo muovere il soggetto durante l’esposizione mentre teniamo ferma la fotocamera in posizione. Possiamo però cambiare approccio provando a ribaltare i fattori in gioco: manteniamo immobile il soggetto mentre muoviamo la fotocamera! Con le giuste imposta- zioni, potremo così introdurre fotogeniche “scie di movimento” all’interno della foto con risultati sempre differenti. La parte un po’ più difficile sta nell’illuminazione del set: lo scopo è quello di illuminare il soggetto sia con luci continue sia con il flash: quest’ultimo ci permetterà di catturare dettagli nitidi, mentre le prime ci lasceranno “sfumare” alcune parti del corpo in maniera artistica. Noi abbiamo usato tre flash e un paio di lampade fisse, ma possiamo provare con qualsiasi combinazione di illuminatori. Di fatto, si tratta di ottenere due esposizioni in una: la prima è quella con il flash che va a illuminare viso e braccia; la seconda è quella “ambientale”, durante la quale le luci continue si combinano ai movimenti della fotocamera sfumando creativamente la parte bassa dell’inquadratura.
Misceliamo le luci
- Flash. La chiave della riuscita è proprio nel mix di flash e luce continua. Qui abbiamo usato tre flash, uno davanti e due dietro il soggetto. Possiamo allestire lo schema luci come preferiamo, ma ricordiamo che il mosso sarà più evidente se il lampo di flash non lambirà lo sfondo scuro.
- Stanza buia. È vitale che la stanza sia al buio, altrimenti la luce naturale contaminerà l’esposizione e finirà per sfumare anche le parti che vogliamo nitide. Chiudiamo le imposte e le tende, e spegniamo le luci – oppure scattiamo in esterni, di notte. L’unica luce continua deve venire dalle lampade del nostro allestimento.
- Luci continue. Nello scatto di esempio ce ne sono all’opera due. A destra del soggetto troviamo un’unità flash da studio con il lampo disattivato e solo la lampadina modellante in uso. Alla sua sinistra, un pannello LED con filtro arancione. Sia il LED filtrato sia la lampadina al tungsteno introducono una dominante calda.
- Fondale scuro. Uno sfondo scuro è la soluzione migliore perché, nel caso il fondale rifletta troppo la luce, c’è il rischio che “annebbi” il ritratto. Inoltre, deve essere abbastanza ampio da coprire la composizione iniziale e il movimento della fotocamera.
- Abiti vivaci. A livello di accessori e styling, i colori forti danno più enfasi all’effetto. Anche un motivo interessante, come le pieghe del tessuto, è piacevole, perché la texture può trasformarsi facilmente in una scia sfumata. Cerchiamo di rispettare un singolo tema: troppi colori possono confondere.
- Impostazioni di scatto. Qui l’esposizione, impostata in manuale, è stata di 1/3 di secondo a f/5.6 e ISO 100. Un tempo intorno a 1/3 di secondo permette di registrare rapidi movimenti come scie mosse. Nel corso della sessione, sperimentiamo con valori diversi e differenti movimenti della fotocamera.
Un pezzo alla volta
Semplifichiamo l’allestimento multi-flash “costruendo” la luce in maniera progressiva.
- Luce chiave. Usando più flash, è più facile centrare il risultato accendendone e impostandone uno alla volta. Partiamo dalla luce portante, sistemata di fronte al viso a destra della fotocamera, poi controlliamo l’intensità del lampo fino ad accordarla con la nostra esposizione.
- Luci di contrasto con gelatina. Spegniamo il primo flash e impostiamo gli altri due, sui lati della modella e rivolti verso di lei. L’unità con la gelatina arancione qui è a sinistra e quella con la gelatina azzurra a destra, con un effetto di alone luminoso spettacolare e suggestivo.
- Tutti e tre. Ora possiamo accendere tutti i flash per completare l’allestimento. Lavorando su una luce alla volta eliminiamo molte complessità: adesso è più semplice anche aggiungere gli illuminatori continui e infine introdurre il movimento della fotocamera.
Top tip: i movimenti
È difficile prevedere l’effetto del mosso, quindi sperimentare è indispensabile! Parte di questa tecnica è nel movimento della fotocamera, ma non potremo sapere che aspetto prenderà il mosso finché non sperimenteremo e verificheremo il risultato. Alcune cose, però, possono essere indovinate… Nella foto 1 (qui sopra)p tutte le luci erano accese, mentre nella 2 il flash era spento: si vede come funzi na il mosso rispetto al resto dell’illuminazione. La direzione del movimento della fotocamera è fondamentale: spostarla verso il basso introduce scie che corrono verso l’alto. Nell’immagine 2, invece, la fotocamera è stata mossa verso l’alto e la sfocatura appare svolgersi verso il basso.
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