22 Febbraio 2021 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Coronavirus: è trascorso già un anno dall’istituzione della prima “zona rossa” d’Italia. Un anno trascorso fra incertezze e speranze, distanziamento sociale e solidarietà, dolore e sollievo. Contrasti che la fotografia riesce, spesso più delle parole, a scandagliare. Offrendoci, allo stesso tempo, spunti di riflessione e approfondimento.

La fotografia diventa, così, strumento di analisi e testimonianza indelebile. I fotogrammi che hanno accompagnato le fasi iniziali dell’emergenza Coronavirus – quando, alle 02:22 del 21 febbraio 2020 l’ANSA batteva la notizia del primo contagiato in Lombardia – rimarranno per sempre impressi nella nostra mente. Come quelli raccolti nel reportage con cui Davide Torbidi, Paolo Camia, Paolo Sarina e Maria Uggeri – autori di Ludesan Life – hanno voluto raccontare quanto stava accadendo nel loro territorio, il Basso Lodigiano, con l’istituzione delle zone rosse a Codogno e nei paesi vicini. Immagini di saracinesche abbassate, mascherine, lunghe code fuori dai supermercati, destinate a divenire familiari e a stravolgere la nostra quotidianità.

Coronavirus

© Paolo Camia, dal reportage Epicentro di Ludesan Life

Da allora, la fotografia ci ha accompagnato in questo lungo anno. Non solo per raccontare l’emergenza, gli istanti concitati, i drammi personali e dell’Italia intera. Ma anche per provare a offrirci uno sguardo più distaccato. In che modo il Coronavirus ha cambiato noi e le nostre vite? A questa domanda hanno provato a rispondere le oltre 10mila fotografie giunte nell’ambito della call Life in the Time of Coronavirus, promossa dall’associazione Roma Fotografia, in partnership con IL FOTOGRAFO, Festival della Fotografia Etica di Lodi, TWM Factory e The Walkman Magazine. Testimonianze preziose che sono diventate una grande narrazione collettiva (ne abbiamo parlato qui).

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L’attesa ai tempi del Coronavirus di Margherita Franzoni

Oggi, a distanza di un anno, la fotografia può essere ancora strumento importante per cercare di dare un senso a quanto stiamo vivendo. L’emergenza Coronavirus non è ancora finita, così come le emozioni e le situazioni contrastanti che scandiscono la nostra quotidianità. Per questo, Roma Fotografia ha lanciato una nuova call. Intitolata Freedom – Life after in the time of Coronavirus, vuole esplorare il concetto di libertà e avviare una riflessione sul significato di questa parola, per capire in che modo i cambiamenti dovuti alla diffusione del Coronavirus abbiano stravolto percezioni e priorità, costringendoci a riconsiderare ciò che prima era semplice e scontato. L’iniziativa è in collaborazione con IL FOTOGRAFO, TWM Factory, Bresciani Visual Art, Camera Service Centro Autorizzato Canon Roma e The Walkman Magazine, con il supporto del Festival della Fotografia Etica.

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