19 Aprile 2019 di Vanessa Avatar

Un convegno a Mestre per tentare di ridefinire il lessico delle immagini e approcciare nuove linee di ricerca. La fotografia ha subito profondi cambiamenti. Il passaggio dall’analogico al digitale è stata l’occasione per riscrivere un nuovo vocabolario visivo e progettuale. L’enorme quantità di immagini prodotte e condivise ci obbliga a produrre nuove riflessioni e ad assumere nuove consapevolezze. La ricchezza e l’intelligenza presente nel web è spesso il motore di innovazioni e nuove partenze. La giornata di studio è dedicata a queste riflessioni e, nei fatti, è un invito all’approfondimento. Chi si occupa di progettazione culturale e artistica deve dotarsi di strumenti di comprensione e cercare sempre nuove chiavi di lettura. Oggi, le fotografie si muovono. Alcune si animano sul display. Alcune partono e vanno lontano. Alcune cambiano contenuto e forma. Sono ancora fotografie? Nell’era della sua vera riproducibilità tecnica, l’era della sua condivisione ubiqua, simultanea, orizzontale e disseminata, la fotografia non è più quella cosa che per un secolo e mezzo la parola ha significato. Che cosa è dunque oggi una fotografia?  Fuori da stereotipi, tecnolatrie, tecnofobie, ansie e scomuniche, questa giornata di studio si propone come una tappa di verifica e rilancio di una discussione che deve ancora proseguire. Se ne parlerà a Mestre il 25 maggio 2019, a M9 Museum in occasione della mostra: L’Italia dei fotografi. Ventiquattro storie d’autore con il sottoscritto, Michele Smargiassi (coautore di questo breve pezzo e coordinatore del panel di discussione), Stefano Mirti, Giovanni Pelloso, Ilaria Barbotti, Attilio Lauria, Anna Acquistapace e molti altri esperti del linguaggio fotografico, del web e dei social. Partecipazione libera fino a esaurimento posti.

 
Questo e molto altro sul nuovo numero de Il Fotografo, in edicola e disponibile online cliccando qui 
Per informazioni www.m9museum.org 
www.ilfotografo.it.
 

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