19 Marzo 2020 di Redazione Redazione

Il nuovo monitor 4K UHD del marchio giapponese è un modello “entry-level”, ma la definizione può trarre in inganno… L’ambassador EIZO Marco Olivotto ci spiega perché bisogna invece considerarlo come un display di alta gamma.

La nuova scommessa di EIZO è il lancio sul mercato del modello ColorEdge CS2740. I prezzi di listino di tutta la serie ColorEdge CS sono significativamente più bassi rispetto ai modelli della serie ColorEdge CG, ma spesso più alti di quelli di prodotti simili di altre case. I motivi ci sono, e risiedono nella qualità complessiva del prodotto: nella scelta di un monitor, non si deve guardare soltanto al gamut ma anche a fattori come l’uniformità dello schermo, la stabilità nel tempo, il raggiungimento di una condizione ottimale di lavoro dopo pochi minuti (alcuni monitor si devono “scaldare” per mezz’ora prima di risultare affidabili!) e via dicendo.
Il ColorEdge CS2740 è il primo modello della serie a offrire una dimensione in pixel pari a 4K UHD, ossia 3.480 x 2.160 pixel su un pannello la cui diagonale è pari a 27”. Questo formato copre un’area quadrupla rispetto allo standard HD, che misura 1.920 x 1.080 pixel. Il modello a cui conviene comparare il CS2740 è il nuovo CS2731. Quest’ultimo ha un pannello di 2.560 x 1.440 pixel, sempre con diagonale da 27”, con una risoluzione pari a 109 pp, contro i 164 ppi del CS2740.
Rispetto ai modelli precedenti, il Color Edge CS2740 mostra delle novità a livello di connessioni: la tradizionale porta DVI-D è stata sostituita da una porta USB-C. Quest’ultima veicola il segnale video, ma allo stesso tempo permette al software proprietario di calibrazione (ColorNavigator 7) di comunicare con il monitor, eliminando la necessità di connettere un ulteriore cavo USB. Nel caso il collegamento riguardi un notebook, il cavo USB-C può anche ricaricare il computer grazie alla potenza disponibile di 60 W.
Le altre porte video sono HDMI e DisplayPort. Inoltre, una delle porte USB-B è stata sostituita da due porte USB Type A. EIZO fornisce tutti i cavi necessari (compreso il tradizionale cavo USB di connessione al computer) a eccezione del cavo HDMI. Come da tradizione nella serie ColorEdge CS, non sono inclusi nella confezione né la palpebra antiriflesso né il kit per la pulizia del pannello, comunque acquistabili a parte (palpebra e kit sono invece compresi nel prezzo della serie ColorEdge CG). Inoltre, visto che i monitor ColorEdge CS non hanno il colorimetro incorporato, è possibile acquistare il monitor in bundle con il colorimetro esterno EIZO EX4 opzionale. Quest’ultimo è di fatto un DataColor Spyder X con il marchio personalizzato. Il monitor etichettato come “Engineering Sample” usato per le prove non aveva il colorimetro in dotazione; tutti i test sono stati realizzati con uno spettrofotometro GretagMacbeth Eye-One Pro. Si tratta di un vecchio modello, ancora molto valido. Oggi il marchio GretagMacbeth è stato acquisito da X-Rite.
specifiche tecniche

Gli effetti di “due”

Quando provo un nuovo prodotto mi piace iniziare da una valutazione di tipo “percettivo”, per poi passare alle misurazioni vere e proprie. Per prima cosa ho dunque verificato l’uniformità del pannello. Il mio metodo di lavoro è spietato, da quel punto di vista: come desktop utilizzo esclusivamente un grigio medio uniforme. A differenza di chi utilizza immagini fotografiche, che potenzialmente possono celare disuniformità anche gravi nel pannello, un’impostazione simile non perdona. Eventuali aree disomogenee saltano subito all’occhio. A margine, lavorare con uno sfondo non neutro e non uniforme non è una buona idea, dal punto di vista percettivo. Come prevedibile, l’aspetto del monitor risulta visivamente del tutto omogeneo, grazie a DUE. La tecnologia Digital Uniformity Equalizer è un brevetto di EIZO ed è in grado di correggere le deviazioni nell’area dello schermo, garantendo anche la stabilità della visualizzazione. Vale la pena di sottolineare che EIZO fornisce una garanzia di cinque anni sui propri prodotti, o di 30.000 ore complessive di utilizzo

4K UHD: Video e foto

Schermata video 4k UHD

Figura 1


Per la valutazione qualitativa dell’immagine ho invece utilizzato un frammento di video ripreso con una fotocamera Sony Alpha A7 III. La figura 1 mostra la cattura dello schermo di un fotogramma del filmato (visualizzato in QuickTime) a risoluzione nativa, 3.840 x 2.160 px. La qualità è molto convincente e l’immagine è pastosa – ma con un ottimo dettaglio quando la si osserva da vicino. Non si nota alcun fenomeno di sfarfallio durante la riproduzione a 25 fps. La scelta di EIZO di introdurre sul mercato un monitor 4K UHD riflette una tendenza comune: molti fotografi si stanno occupando anche di video, e lo standard 4K UHD si sta affermando come “next step” rispetto al consolidato Full HD. I fotografi con ogni probabilità non hanno (ancora) bisogno di monitor HDR dedicati alle produzioni di fascia altissima, ma può essere molto comodo utilizzare dispositivi che permettano di visualizzare i video alla risoluzione nativa e senza riduzioni di scala. La strategia di immettere sul mercato pannelli di questo tipo è già in atto da un po’, e la vera domanda è come si comportino nel caso della post-produzione fotografica. In generale, non sono un grande fan delle risoluzioni estreme. Mi riferisco naturalmente ai pannelli, e penso a un utilizzo prettamente fotografico. La fotografia ha esigenze diverse rispetto al video, in particolare una:  l’applicazione della maschera di contrasto, che aiuta molto la nitidezza apparente delle immagini. Valutare la maschera di contrasto non è facile quando la risoluzione diventa elevata, perché gli aloni creati dal filtro sono meno visibili e si rischia di esagerare, con il risultato di ottenere immagini dall’aspetto discutibile e troppo “duro”. Per questo, ho fatto alcune prove con il ColorEdge CS2740 e ho poi verificato i risultati sul mio ColorEdge CG2730, i cui pixel sono il 50% più grandi. Su cinque immagini, solo una mi è parsa eccessiva dal punto di vista della nitidezza – perlomeno per il mio gusto. Segno, questo, che il nuovo pannello di EIZO fornisce una rappresentazione sufficientemente morbida delle immagini, a prescindere dalla dimensione dei pixel. L’unico avvertimento ai fotografi che si avvicinassero per la prima volta a un modello come il ColorEdge CS2740 è quello di fare delle prove mirate, e non esagerare.

Calibrazione e creazione del profilo ICC

Per chi sia già abituato a lavorare con i monitor EIZO, la creazione del profilo ICC sulla base dei parametri di calibrazione scelti non riserva sorprese. È possibile partire da target predefiniti o creare i propri, impostando tutti i parametri del caso. La luminanza massima offerta dal pannello, per inciso, è pari a 350 cd/m2: un valore molto elevato per  qualsivoglia ragionevole applicazione fotografica, ma che testimonia la capacità del pannello di spingersi anche a limiti abbastanza estremi. Per quanto riguarda la calibrazione e la creazione del profilo ICC, a causa della mancanza del colorimetro interno, sia il monitor sia lo strumento di misura vanno collegati al computer per mezzo di un cavo USB. Per il segnale video, nel mio caso, ho utilizzato la DisplayPort. A collegamento avvenuto, si può avviare il software di gestione ColorNavigator 7.

Parametri di collaborazione

Figura 2


La figura 2 mostra la cattura della finestra principale con le impostazioni di calibrazione mutuate da un target personalizzato, assieme ai risultati dell’ultima calibrazione e creazione del profilo ICC. Un semplice clic del mouse sul  pulsante “Calibrate” avvia la procedura. Una volta riconosciuto il colorimetro (o spettrofotometro) collegato, il monitor mostra il punto ideale in cui posizionare lo strumento, operazione che va effettuata manualmente. In certi casi, il software può richiedere che lo strumento stesso venga inizializzato e calibrato per mezzo di una procedura opportuna, che dipende dallo strumento utilizzato. A questo punto, il software procede con la caratterizzazione: la misura del comportamento del monitor.
Caratterizzazione

Figura 3


La figura 3 mostra l’operazione, che dura qualche minuto. Quando la caratterizzazione ha termine, i dati vengono elaborati e il software fornisce una schermata con le informazioni fondamentali sul risultato dell’operazione (figura 4).
Risultato calibrazione

Figura 4


Le due colonne mostrano le caratteristiche del target e i risultati della calibrazione che, come notiamo, sono leggermente diversi da quelli di figura 2. Balza all’occhio il rapporto di contrasto, ossia il rapporto tra i valori massimo e minimo di luminanza (Brightness / Black level): un valore che sfiora 750:1 è da considerarsi di tutto rispetto per un dispositivo che non utilizzi tecnologie come True Black per ridurre la luminanza minima.

Il famigerato DeltaE

DeltaE

Figura 5


Per una migliore valutazione della bontà del profilo, possiamo avviare una validazione direttamente dalla finestra principale. Il risultato è visibile in figura 5: il valore denominato DeltaE quantifica lo scostamento del comportamento del monitor da quanto previsto (o meglio, descritto) dal profilo ICC creato. Un valore medio pari a 0,38 è da considerarsi eccellente. Normalmente si considera che il DeltaE sia buono quando è  inferiore a 2,3; altre fonti suggeriscono che il valore limite sia pari a 1, ma questa prescrizione è oggi accettata come conservativa. Nel nostro caso, il massimo scostamento riscontrato supera di pochissimo il valore 2, e anche questo è ottimo. Se volessimo approfondire ulteriormente, possiamo esaminare i risultati della validazione su tutti i campioni utilizzati nel calcolo. Siamo in questo modo in grado di capire quali colori si discostino in maniera significativa dalla media.

Impressioni finali

Essendo abituato a lavorare con i monitor EIZO, non ho potuto che constatare ancora una volta la bontà e l’affidabilità del ColorEdge CS2740 inviatomi in prova. L’interfaccia è la stessa che nei model- li precedenti (fatte salve minime differenze che caratterizzano un modello rispetto all’altro), il comportamento del software di calibrazione è come sempre trasparente e intuitivo, i risultati sono consistenti – anche, devo dire, con l’utilizzo di uno strumento di misura esterno: essendo solito operare sulla serie CG non ho bisogno di ricorrervi, ma tutto è andato liscio e i risultati sono stati ottimi – come dimostrano i dati di validazione. A mio personale parere, un amatore evoluto o un professionista che decidano di investire in un prodotto con queste caratteristiche compiono una scelta giusta. Esistono monitor con caratteristiche simili a un prezzo inferiore, ma se si sommano tutti i bonus che hanno in larga parte costruito la fortuna del marchio EIZO è facile rendersi conto che la serie ColorEdge CS rappresenta un ottimo investimento a lungo termine.

Chi è Marco Olivotto


Classe 1965, si laurea in fisica, ma lavora per anni come tecnico del suono e produttore musicale. Appassionato di fotografia fin da bambino, si avvicina presto alle tecniche digitali. La svolta avviene nel 2007, quando scopre i libri di Dan Margulis, padre della correzione del colore in Photoshop. Inizia a trasportare le tecniche apprese nella realizzazione grafica delle sue produzioni, fino a che nel 2011 inizia a insegnare gli stessi argomenti dopo avere seguito due corsi di teoria del colore applicata (base e avanzato) con lo stesso Margulis. Pubblica oltre 50 ore di videocorsi sulla materia con Teacher-in-a-Box, scrive a lungo per riviste specializzate, insegna in corsi post-diploma e universitari. Diventa speaker ufficiale per FESPA in diverse fiere internazionali e tiene corsi e workshop in Italia e Svizzera in diverse scuole (LABA, ILAS) e organizzazioni private. Ha collaborato in veste di consulente e formatore con realtà come Canon, Durst, Mondadori, Yoox, Angelini, Calzedonia, FCP Grandi Opere e altre. Si occupa di post-produzione fotografica e prestampa per diverse realtà editoriali. Nel 2016, la casa madre giapponese di EIZO lo ha nominato Ambassador nel primo gruppo di esperti formatosi attorno al marchiomarcoolivotto.com

 

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