Dal 19 dicembre 2021 al 3 aprile 2022, la rinnovata Villa Mussolini a Riccione ospita Elliott Erwitt. Family, mostra dedicata alla famiglia, o meglio alle famiglie, raccontate con sguardo ironico e affettuoso da uno dei più grandi maestri della fotografia.
L’esposizione raccoglie cinquantotto fotografie in bianco e nero. Le immagini sono state selezionate personalmente dall’autore insieme alla curatrice Biba Giacchetti. Alcune, iconiche, apparse su celebri riviste di moda e costume. Altre inedite, mai stampate prima.
Grandi protagonisti delle sue foto sono inoltre i cani, membri a tutti gli effetti del nucleo famigliare, che Elliott Erwitt fotografa accanto ai loro padroni.
Spiega Biba Giacchetti: «Con un racconto per immagini senza tesi, in totale sospensione di giudizio, Erwitt ci ricorda che possiamo essere la famiglia che scegliamo».
«Quella americana, ingessata e rigida che posa sul sofà negli anni Sessanta, o quella che infrange la barriera della solitudine eleggendo a membro l’animale prediletto. Famiglie diverse, in cui riconoscersi, o da cui prendere le distanze con un sorriso».
Elliott Erwitt
Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia russa di origini ebraiche, ha trascorso l’infanzia in Italia e si è trasferito definitivamente negli Stati Uniti nel 1939, prima a New York e poi a Los Angeles.
È membro dal 1953 della storica agenzia Magnum, fondata al termine della Seconda guerra mondiale da un gruppo di fotografi, fra i quali Henri Cartier-Bresson e Robert Capa.
Erwitt non solo ha raccontato con piglio giornalistico gli ultimi sei decenni della storia del nostro mondo e della civiltà contemporanea. Ma ha saputo cogliere in una serie di immagini in bianco e nero gli aspetti più tragici e quelli più divertenti della vita che è passata di fronte al suo obiettivo.
Con lo stesso atteggiamento concentra la sua attenzione su qualsiasi soggetto, senza alcuna differenza. Portando all’estremo la qualità democratica che è tipica del suo mezzo. Il suo immaginario è, infatti, popolato in prevalenza da persone comuni, uomini e donne, colte nel mezzo della normalità delle loro vite, ma anche da animali, cani soprattutto, cui Erwitt dedica nel tempo una serie di veri e propri ritratti.