28 Ottobre 2016 di Redazione Redazione

All’Alinari Image Museum – Castello di San Giusto di Trieste
“Fermo Immagine” fotografie di Enzo Sellerio
dal 3 novembre 2016 al 5 febbraio 2017, mostra analogica e multimediale


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Morgantina, il guardiano degli scavi,1960


“Penso che un fotografo che sia realmente tale non può essere che uno scrittore
che si esprime per immagini”
(Enzo Sellerio, “Corriere della Sera”, 11 agosto 2007)


Giovedì 3 novembre inaugura all’AIM- Alinari Image Museum al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto di Trieste la mostra “Fermo Immagine” fotografie di Enzo Sellerio, dedicata al grande fotografo siciliano, fondatore dell’omonima casa editrice.
L’esposizione, analogica e multimediale, aprirà al pubblico dal 4 novembre 2016 al 5 febbraio 2017 ed è organizzata e prodotta dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, con il patrocinio della Prefettura di Trieste e del Comune di Trieste.
Nel suo nuovo museo dell’immagine, Alinari presenta una mostra dal titolo emblematico, “Fermo Immagine”, con 54 fotografie “originali” selezionate dallo stesso fotografo nel 2008 e una  multimediale con 100 immagini, a video o proiettate, esposte seguendo il percorso ideato dai figli di Enzo Sellerio, Olivia e Antonio. Oltre alle immagini, saranno presentati materiali utili a conoscere meglio la figura di Enzo Sellerio, tra cui le riviste più famose dove sono state pubblicate le sue fotografie.


Palermo, uscita dallo stadio La Favorita, 1961

Palermo, uscita dallo stadio La Favorita, 1961


Il lavoro fotografico di Enzo Sellerio emerge tra le voci dei fotografi italiani della seconda metà del Novecento che hanno imposto a livello mondiale l’indagine sociale territoriale italiana attraverso il reportage, anche “minimalista” come da Sellerio stesso definito e a cui si è dedicato per tutta la vita.
Attraverso l’apparecchio fotografico, da lui stesso definito il più bel giocattolo del mondo, Sellerio trasmette il canto compiuto di una Sicilia non ancora travolta dalla globalizzazione del costume e del pensiero, un racconto di cinquant’anni attraverso fotografie bellissime.
La fotografia fissa l’emozione che ferma il tempo e diventa una ” …fotografia unica, momento di irripetibile equilibrio tra forma e contenuto…”, come Leonardo Sciascia definì lo specifico creativo di Sellerio.
Il reportage neorealista del dopoguerra si stempera nelle sue fotografie e si trasforma in una scelta figurativa aulica, dove la fotografia si fa “racconto”, comunicazione emozionale e scelta estetica che esprime l’umano esistere.


Etna, vendemmia, 1963

Etna, vendemmia, 1963


Come ha ben evidenziato Carlo Bertelli, in uno dei contributi che introducono il catalogo della mostra, “Sellerio è stato soprattutto fotografo di situazioni, fantasioso scopritore di occasioni di racconto che coinvolgono sempre uomini e donne. E bambini. La spontaneità dei bambini, come la consapevolezza adulta dei piccoli lavoratori sfruttati, sono temi su cui l’impronta di Sellerio è indelebile.
Ma Sellerio non è stato solo questo. È stato anche un narratore ricco di humor, che invita a cogliere la stranezza surreale di certe occasioni. Mai chiedendo ai personaggi di recitare, bensì cogliendoli di sorpresa nella loro naturalezza. Anche i muri recitano per lui. Lo fanno con le scritte che li ricoprono e di cui le immagini di Sellerio mettono in luce l’assurdità rispetto al contesto. Sono voci dei palazzi del potere, ma più spesso voci plebee, come in un moderno Pitré, il grande antropologo siciliano dell’Ottocento cui i Siciliani sono debitori per aver raccolto le loro espressioni autentiche”.


Zurigo, 1961

Zurigo, 1961


“Le fotografie di Sellerio sono un momento straordinario per la storia della fotografia italiana. Ogni foto potrebbe in effetti essere la sintesi di un libro scritto magicamente e colto da Enzo Sellerio. Sia per chi ha vissuto quei tempi e sia per chi li ha conosciuti a posteriori – nota Claudio de Polo Saibanti, presidente Fratelli Alinari -. Oggi la fotografia lascia la sua dimensione cartacea analogica e diventa immagine: rispettandola e rispettando il suo messaggio, per la prima volta viene presentata in immagine digitale e questo è l’inizio di un percorso conoscitivo e didattico ricco di contenuti, profondità ed elementi educativi. Sono felice che AIM, a distanza di un mese dall’apertura, inauguri la sua prima grande mostra monografica con Enzo Sellerio, cui mi unisce il ricordo di grandi affinità”.
Accompagna la mostra il catalogo con testi di Giovanni Puglisi, Carlo Bertelli, Monica Maffioli e Adriano Sofri di 192 pagine e 161 fotografie. È un’edizione della Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, prezzo di copertina 40€, prezzo speciale in mostra 35€.

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