La EOS più evoluta di sempre è stata presentata proprio mentre la terribile minaccia del Covid-19 ha cominciato a manifestarsi in tutto il mondo. Il virus impedirà, oltre al regolare svolgimento delle nostre vite, anche il realizzarsi di molti degli eventi che avrebbero visto protagonista la nuova ammiraglia di Canon: gli Europei di Calcio, le Olimpiadi di Tokyo. Nel frattempo, prima degli stop imposti dai decreti contro la diffusione del virus, abbiamo avuto la possibilità di mettere alla prova la formidabile reflex full-frame del marchio giapponese (vd. Photo Pro- fessional 123) e di intervistare l’Ambassador Canon Alessandro Trovati, fotografo sportivo professionista, che ha testato la macchina in condizioni difficili, fotografando le sfreccianti protagoniste del campionato del mondo di sci sui campi innevati.
Alessandro, quali sono state le tue impressioni sulla nuova versione della reflex ammiraglia di Canon e quali le migliorie rispetto alla Mark II? La EOS-1D X Mark III è risultata fin da subito veramente performante rispetto alla Mark II. All’inizio sembrano uguali ma quando poi ti concentri sullo scatto, ti rendi conto che è molto più reattiva, veloce. Anche sotto l’aspetto dell’ergonomia, sebbene la forma del corpo sia identica, l’impugnatura è più grande e quindi la senti bene in mano. Canon ha apportato una serie di migliorie che favoriscono la concentrazione, non hai bisogno di staccare la mano dalla fotocamera, ti puoi concentrare sullo scatto. Per esempio, la possibilità di cambiare il punto di messa a fuoco, semplicemente sfiorando un pulsante, aiuta moltissimo nel nostro tipo di fotografia. Inoltre, i tasti sono retroilluminati. Il buffer di memoria è praticamente infinito, tiene il fuoco anche per 30-40 fotogrammi di seguito, il che per me è anche fin troppo (io poi sono abituato a non scattare tantissimo). Però, volendo, ti dà la possibilità di fare anche questo. Anche l’aggancio del soggetto è molto più rapido rispetto alla Mark II e ciò è fondamentale per tenere l’inquadratura. Soprattutto se si scatta a mano libera – cosa che ti permette di seguire meglio il soggetto rispetto a quando si usa il monopiede.
Parlando di connettività... Oltre a quello esterno, la Mark III ha anche un trasmettitore interno che funziona benissimo se hai una connessione Wi-Fi in tasca. Questo fa sì che il corpo macchina sia più compatto ma soprattutto ti permette di avere un flusso di lavoro molto rapido e di poter spedire le tue foto alle agenzie o alle redazioni in tempo reale. Io l’ho provato anche in situazioni dove c’erano moltissime persone, in uno stadio, e non ho avuto problemi.
Con quali ottiche l’hai provata? In particolare con il supertele 600 mm, serie III, che uso tantissimo: è un obiettivo molto equilibrato e offre qualità di immagine e prestazioni incredibili. Ma l’ho provata anche con il 300 mm, con lo zoom 100-400 mm (che è ottimo per lo sport) e con focali più corte, come l’11-24 mm e il 50 mm. Più o meno la risposta è stata la medesima.
Ti sentiresti, quindi, di consigliare la Mark III ai professionisti che si occupano di fotografia di sport e d’azione? Assolutamente sì. Non c’è ritorno. La Mark II resta un’ottima fotocamera, ma quando provi qualcosa di nuovo è difficile tornare indietro, anche perché Canon, per quanto riguarda le reflex, è sempre andata avanti, migliorando continuamente ciò che era già buono. E poi, la cosa bella con Canon è che, la prima volta che prendi in mano una macchina, è come se la avessi avuta da sempre, perché tasti e funzioni non cambiano, ritrovi i tuoi punti di riferimento!
Classe 1971, è figlio di Armando, fondatore della storica agenzia Pentaphoto, specializzata nella fotografia di sport e pubblicitaria. In quasi trent’anni di carriera, con Associated Press e Pentaphoto Alessandro ha coperto i più importanti eventi sportivi a livello internazionale, inclusi la Coppa del Mondo di Sci, il Giro d’Italia, il Tour de France e le Olimpiadi (ben dodici!), pubblicando le sue immagini sui più noti quotidiani
e magazine. Tra i suoi riconoscimenti ricordiamo il GrandPrix della pubblicità nel 2008; nel 2012 e 2014 due sue immagini sono state premiate come “Migliore foto dell’anno” nell’ambito delle mostre organizzate dall’USSI (Unione della Stampa Sportiva Italiana).
Alessandro Trovati
Classe 1971, è figlio di Armando, fondatore della storica agenzia Pentaphoto, specializzata nella fotografia di sport e pubblicitaria. In quasi trent’anni di carriera, con Associated Press e Pentaphoto Alessandro ha coperto i più importanti eventi sportivi a livello internazionale, inclusi la Coppa del Mondo di Sci, il Giro d’Italia, il Tour de France e le Olimpiadi (ben dodici!), pubblicando le sue immagini sui più noti quotidiani
e magazine. Tra i suoi riconoscimenti ricordiamo il GrandPrix della pubblicità nel 2008; nel 2012 e 2014 due sue immagini sono state premiate come “Migliore foto dell’anno” nell’ambito delle mostre organizzate dall’USSI (Unione della Stampa Sportiva Italiana).
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