14 Marzo 2020 di Redazione Redazione
Nel novembre 2019 lo scirocco smise di soffiare verso l’una di notte mentre Venezia registrava un eccezionale fenomeno di acqua alta. Per diversi giorni una delle città più belle del mondo è stata sommersa da 187 cm di acqua, provocando danni irreparabili al patrimonio storico/artistico, alle attività commerciali e alle abitazioni.
In quei giorni di grande emergenza, Matteo de Mayda decise che quell’evento doveva essere raccontato. Rifuggendo la cronaca d’assalto e il dramma nel rispetto delle persone colpite, il fotografo si è concentrato sull’atmosfera sospesa e sulla fragilità della città, della sua laguna e dei veneziani per aprire una riflessione sul futuro della Serenissima. «Venezia si rifletteva ora anche sui campi diventati specchi d’acqua raggiungibili in barca, a cui i lampioni fungevano da ormeggi. Da settimane una calma piatta, di una bellezza post apocalittica, svegliava i veneziani alle cinque e mezzo del mattino con le sirene, trasformando la cronaca di un’emergenza in emergenza cronica», scrive la curatrice e photo editor Francesca Seravalle nell’introduzione alle immagini. L’intero ricavato della pubblicazione darà devoluto all’associazione culturale Do.Ve., la rete di attività commerciali e private impegnata nella tutela e nella valorizzazione del sestiere di Dorsoduro.
Info sul libro
Era Mare
Titolo: Era Mare

Fotografie: Matteo de Mayda
Testo: Francesca Seravalle
Uscita: 2020
Prezzo: 10 euro
Editore: autoproduzione
Pagine: 24

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