12 Gennaio 2019 di Vanessa Avatar

Eugène Atget

Eugène Atget (1857-1927) Orfano a 5 anni, mozzo su un mercantile dal 1875 al 1877, anno in cui torna a Parigi. Studia arte drammatica. A seguito di una infezione alle corde vocali abbandona la carriera teatrale, peraltro non brillante. Si dedica prima alla pittura, poi alla fotografia. Muore in miseria nel 1927. Fotografo per mestiere e non per vocazione, la notorietà arriva postuma quando Berenice Abbott, pubblicando un saggio su di lui, lo rende noto e apprezzatissimo dai surrealisti che lo considerarono una sorta di precursore della loro ricerca artistica.
Vetrine fotografate da Eugène Atget, involontario documentarista della trasformazione di Parigi nel passaggio dalla belle époque all’era contemporanea. Apparecchio a soffietto in spalla, Atget percorre le vie di Parigi sistematicamente. Realizza stampe da vendere a pittori, architetti, disegnatori, commercianti: “documenti per artisti” come lui stesso li definisce. Tutto può essere fotografato e proposto ai possibili clienti; inizia a farlo in serie, andando controcorrente rispetto alla fotografia pittorica allora in voga. Inconsapevole capostipite della fotografia diretta, produce una documentazione formidabile del centro di Parigi tra ‘800 e ‘900. La Biblioteca Nazionale compra molte delle sue fotografie come materiale d’archivio. Ciò non basta a farlo uscire da una vita di stenti che probabilmente l’avrebbe condotto all’oblio, ma qualcosa cambia. Improvvisamente diventa celebre nell’ambiente dei surrealisti parigini, che considerano le sue immagini un punto di riferimento per la loro ricerca artistica. Le sue fotografie, viste con diverso intento, assumono un significato diverso

Immagine in evidenza
Boucherie, Rue Christine , 1898 – © Eugène Atget/ Library of Congress Prints – Photographs Division Washington

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