Farsi ritrarre da Guido Harari: partecipa al nuovo appuntamento di “Caverna magica” a Palazzo Malvinni Malvezzi a Matera.

9 Marzo 2023 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Torna la “Caverna magica”, l’esperienza che permette di farsi ritrarre da Guido Harari, fotografo, editore e gallerista. Appuntamento, dunque, dal 14 al 18 marzo 2023 a Matera, a Palazzo Malvinni Malvezzi, nell’ambito della Convention dell’ANFM. Il set è aperto a tutti, sia soci ANFM sia non.

Scrivono gli organizzatori: “Caverna magica non è solo un set fotografico, ma piuttosto un luogo di incontro dove realtà e immaginazione prendono vita in uno spazio di ricerca e di scoperta, intimo ed empatico. Qui, tra consapevolezza e incoscienza, autoironia e gioco, i soggetti sono incoraggiati a farsi ritrarre lasciando affiorare la loro speciale unicità”.

Come farsi ritrarre da Guido Harari

È possibile prenotarsi e acquistare uno o più biglietti, chiamando il numero +39.0173.362324 oppure scrivendo a info@wallofsoundgallery.com

I soggetti ritratti riceveranno a casa una stampa Fine Art formato 30x42cm, firmata da Guido Harari con dedica. Il costo totale è di 250 euro incluse le spese di spedizione della stampa con corriere DHL. I soci ANFM godranno di uno sconto. Chi lo desidera potrà richiedere una stampa di uno scatto alternativo tratto dallo stesso shooting.

Ogni ritratto richiede l’acquisto di un biglietto. È possibile presentarsi in coppia, in gruppo o con animali. Il tempo di ogni ritratto è di 30 minuti.

L’arte dell’incontro

Guido Harari, nell’editoriale firmato per IL FOTOGRAFO, parla così del ritratto. “La più toccante definizione del ritratto l’ha data Letizia Battaglia: «Consiglio di fotografare tutto da molto vicino, a distanza di un cazzotto, o di una carezza». Il ritratto è l’arte dell’incontro, da molto vicino appunto. Suona banale, ma se non sei curioso dell’altro, se non sei pronto a estrofletterti verso l’altro riconoscendolo come già parte di te, allora non hai nessuna chance”.

“Incontrare le persone è molto meglio che fotografarle. La fotografia non favorisce la comunicazione tra le persone. Sappiamo bene come di primo acchito la fotografia inibisca il contatto. Fotografare è come avventurarsi in un campo di nudisti, si è nudi come tutti: si guarda, certo, ma si è pure guardati, e questo non tutti lo sopportano. Ma come resistere al desiderio di tradurre in immagini gli incontri di una vita, assecondare quel sentimento di appartenenza e di totale possessione, per poi perdersi negli occhi dei propri oggetti di affezione e cogliervi magari una possibilità di infinito?”.

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