8 Luglio 2016 di Redazione Redazione

Flash back fotografia Italiana  1960-2016


a cura di Sabrina Raffaghello
15 luglio – 28 agosto 2016 – Sottoporticato, Palazzo Ducale


La mostra affronta la fotografia in un tempo cronologico a partire dal 1960 fino al tempo corrente. Una cronologia che parla di 50 anni di fotografia, 50 anni di cambiamenti, di innovazione tecnica ma soprattutto  di evoluzione e consolidazione di un linguaggio che mai come ora è diventato universale per il racconto articolato e acquisito di storia, vita  ed arte. genova_palazzo_ducale_b42f5_450x450
Questa però è anche una mostra diacronica dove il tempo coesiste, si confronta, pone dubbi e domande. Gli autori si affiancano per temi non per successione temporale, la modernità e l’innovazione sono prerogative senza tempo, perché il tempo è fermato e manipolato dalla fotografia in un racconto di un momento reso incorruttibile alla perdita di sostanza e chiarezza che è tipico della memoria.
Osservare e ricordare, riconoscersi, scoprire, comunicare, raccontare, stupire, interpretare, conoscere, meravigliare, riflettere, spaventare, costruire, sognare e conservare. 
In un tempo dove l’immagine regna regina incontrastata della comunicazione, dove non si osserva più ma si guarda quasi inconsciamente macinando immagini su immagini, vale la pena ripartire dal concetto di viaggio interiore per comprendere come il cambiamento sia avvenuto, come il tempo abbia attuato le sue mutazioni esteriori ed interiori, come l’ambiente influisca sulle nostre generazioni.

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Luciano Romano
 – Horizon (Paris, France 2015) – Archival pigment print on Hahnemühle photo rag cotton paper, mounted on dibond


Citando quasi pedissequamente Fausto Colombo la riflessione sociologica sulle generazioni come identità collettive porta a una prima definizione comunque indispensabile almeno come punto di partenza, per cui una generazione è “una coorte di età che assume significanza sociale costituendosi come identità culturale”. L’interesse della sociologia per questo problema non può sorprendere: parlare di generazioni significa infatti parlare della convivenza umana, nei suoi aspetti più profondi e immediati, su cui si basa ogni analisi sociologica. Innanzitutto, la contrapposizione tra individuo e società, fra atomo e galassia, facendo riferimento alla dinamica temporale che fa da sfondo a ogni cambiamento sociale, e che si sostanzia in cicli storici di differenti durate, con i loro spartiacque, le loro caratteristiche specifiche, le loro sovrapposizioni, e in cui protagonista è piuttosto la collettività.
Il concetto di generazione rimanda all’esperienza dialettica con cui il soggetto sociale vive il tempo della storia, da un lato radicato in una identità per così dire orizzontale, condivisa con i propri coetanei; dall’altro proiettato prospetticamente nel passato e nel futuro attraverso l’incontro con generazioni precedenti e seguenti, con cui la sua propria convive. Data la centralità di questa dialettica nell’esperienza antropologica, non deve sorprendere il fatto che il concetto di generazione sia oggetto d’interesse anche di altre scienze umane. Semmai, è importante capire con quale specifica prospettiva ciascuna disciplina affronti la questione. L’arte o meglio la fotografia è parte integrante di questa riflessione e assume una funzione di documentazione e sperimentazione.
Gli artisti e la loro ricerca estetica, possono essere concepiti come fenomeni – o categorie – interculturali. Nella maggior parte delle culture si crede che l’artista possa svolgere un ruolo medianico attraverso l’opera d’arte, ma in ogni caso quest’ultima risulta come espressione unica di un’epoca, di una società, di una civiltà, di un paese. L’occhio della fotografia sensibile e attento rivela attraverso questa mostra una volontà di riflessione su come eravamo, cosa è cambiato e cosa è rimasto immobile nel tempo e nella storia. non c’è sequenza cronologica nei lavori selezionati ma  solo una diacronicità che ci obbliga a una liberazione della ragione da stereotipi e neologismi siamo quello che ognuno di noi decide di essere nel mondo che ci rappresenta. La storia siamo noi, è le nostre azioni, le nostre scelte, la nostra arte e le nostre generazioni.


1960 – 
Mario Giacomelli, Nino Migliori, Mario de Biasi, Franco Grignani , Franco Vaccari, Ciol , Aldo Tagliaferro
1970
 – Ugo Mulas,  Gabriele Basilico, Fulvio Roiter, Mariarosa e Aldo Toscani Ballo , Mario Cresci, Michele Zaza, Sarenco
1980
 – Franco Fontana, Giovanni Gastel, Luigi Ghirri, Oliviero Toscani, Olivo Barbieri, Giorgio Lotti, Vimercati
1990
 – Barbara La Ragione, Rossella Roli, Vittore Fossati, Gian Paolo Barbieri, Maurizio Galimberti, Giannetto Bravi, Pietro Privitera
2000
 – Franco Donaggio, Giancarlo Marcali, Alessandra Baldoni, Pierpaolo Koss, Oriella Montin, Giovanni Sesia, Gianluca Chiodi, Ivan Piano, Luciano Romano, Christian Zanotto, Andrea Boyer, Luigi Erba, Paolo Ventura, Stefania Ricci, Edoardo Romagnoli, Gianluca Giordano, Luca Campigotto, Occhiomagico, Matteo Ferrari, Pina Inferrera, Fabio Zonta

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