Le giornate si allungano e la natura si risveglia. Campi e boschi si coprono di gemme e germogli, e gli animali abbandonano il loro letargo per tornare a mostrarsi. Con così tanta attività, è difficile scegliere dove andare e cosa cercare. Per questo, partendo dal giardino di casa per arrivare ai grandi paesaggi e alle coste, lo specialista dell’outdoor Chris Rutter ha realizzato per noi una rubrica che, in cinque appuntamenti, ci guiderà nella fotografia in esterni in questa splendida stagione.
2#Nel paesaggio
I campi e le cascate
La tarda primavera è il momento giusto per fotografare i campi coltivati a grano, orzo o colza: ricchi di colore, offrono ottime texture per il primo piano. Nelle giornate di vento possiamo usare un tempo lungo, intorno a 1/4 di secondo o più, per sfumare il movimento delle spighe e stravolgerne l’impatto. È una tecnica che si presta anche alla fotografia dell’erba alta dei pascoli, che saranno in piena fioritura tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. La primavera è un bel momento anche per fotografare le cascate, soprattutto in montagna, dove i torrenti sono a pieno carico per via del disgelo. Per catturare il massimo della potenza, pianifichiamo la visita dopo un forte acquazzone notturno.
Gli animali
Per quanto riguarda gli animali, la campagna si riempie di insetti, che in questo periodo sono anche meno attivi rispetto alle calde giornate estive. Prati e pascoli, a cominciare da fine marzo-inizio aprile, accolgono farfalle come argo bronzeo, argo azzurro o vanessa dell’ortica, e non mancano volatili come pavoncelli o chiurli. Il periodo è ideale anche per catturare alcuni mammiferi, come lepri, volpi e conigli: le giornate più lunghe fanno sì che aumentino le probabilità di trovarli attivi durante le ore di luce e campi e prati non ancora altissimi rendono più facile avvistarli. Per fotografare gli animali abbiamo bisogno di un teleobiettivo, con una focale di almeno 300 mm su DX e 500 mm su FX.
Possiamo avere fortuna e imbatterci in una splendida scena naturalistica mentre siamo in giro per fotografare paesaggi, ma se gli animali sono i soggetti a cui puntiamo, la chiave del successo è nella conoscenza: sapere dove e quando è più probabile incontrare una data specie, e sapere come avvicinarla senza disturbarla, è vitale. A differenza degli uccelli da giardino e di qualche tipo di uccello marino, la maggior parte dei soggetti selvatici di campagna è estremamente spaventata dall’uomo. A seconda della specie, gli animali si affidano a vista, udito o olfatto per riconoscere i pericoli. Per quelle che si basano su vista e udito, un rifugio portatile è un utile strumento per attendere non visti che si avvicinino. Non è però sufficiente con gli animali che si basano sull’olfatto: con loro dobbiamo essere capaci di muoverci tenendo conto della direzione del vento, cercando di restare i più nascosti e silenziosi possibile. Qualsiasi sia il soggetto, non cerchiamo di avvicinarlo troppo e troppo in fretta, soprattutto durante la stagione dell’accoppiamento e della nidificazione. Potremmo causargli uno stress eccessivo e nessuna immagine vale tanto. Per sicurezza, informiamoci anche sulle leggi e le normative che proteggono gli habitat e i siti di nidificazione delle specie più rare e minacciate.