Le mostre di Paolo Pellegrin e dell’Archivio Publifoto inaugurano la nuova sede torinese delle Gallerie d’Italia.

17 Maggio 2022 di Redazione Redazione

La nuova sede di Gallerie d’Italia apre a Torino. È il progetto di Intesa Sanpaolo nato per raccontare i grandi temi della nostra epoca attraverso il linguaggio delle immagini. A Palazzo Turinetti, sede legale e storica di Intesa Sanpaolo, inaugura oggi il quarto museo: diecimila metri quadrati distribuiti su cinque piani. Al piano nobile sono destinate opere realizzate tra il XIV e il XVIII secolo, in dialogo con gli apparati decorativi tardobarocchi, mentre i tre ipogei sono destinati a mostre, meeting  e workshop.

Il nuovo polo della cultura fotografica, progettato da Michele De Lucchi, si trova nella centralissima piazza San Carlo. In questa sede avrà casa anche l’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo con circa 7 milioni di immagini realizzate dagli anni Trenta agli anni Novanta.

L’intervista a Michele Coppola e Antonio Carloni

a cura di Enrico Ratto

Un grande scalone collega il cortile della Banca a piazza San Carlo per permettere l’ingresso alla nuova sede di Gallerie d’Italia. Un luogo unico dove fotografia e video arte finalmente potranno interloquire al meglio. Qui il visitatore può entrare in una dimensione di scoperta e comprensione del presente.

La nostra intervista con Michele Coppola e Antonio Carloni approfondisce le motivazioni e i propositi di questa magnifica iniziativa.

Gallerie d’Italia
La sede di Gallerie d’Italia Torino, in Piazza San Carlo © Daniele Ratti

Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerie d’Italia, nel chiarire l’idea essenziale del progetto, afferma. «Il museo è tra i più importanti luoghi che caratterizzano una città. È qui che ciascuno di noi può conoscere le opere d’arte, può partecipare a un dibattito e vivere un’esperienza con la consapevolezza dell’importanza dei valori fondanti della nostra società».

«I quattro musei: Milano, Napoli, Vicenza e ora Torino uniscono idealmente l’Italia attraverso l’arte e la cultura. Quando abbiamo deciso di aprire a Torino, ci siamo posti una domanda: quale valore aggiunto poteva rappresentare questa sede rispetto alle altre? Ed ecco che si materializza la nostra intuizione, ossia quella di indagare, attraverso la fotografia, i grandi temi del nostro tempo».

«Certo non manca un forte interesse anche per la fotografia vissuta come memoria – un’area del museo è infatti dedicata all’Archivio Publifoto che la Banca ha acquisito nel 2015 –. Ma qui risulta lo strumento ideale per attivare una riflessione collettiva su argomenti di interesse per la collettività».

La fotografia per raccontare l’attualità

Quando è stato progettato lo spazio di Torino, Intesa Sanpaolo era un gruppo internazionale con lo scopo di essere la prima Impact Bank al mondo. Questo significa che una parte degli utili sono reinvestiti in operazioni di valenza sociale. Una delle modalità scelte per perseguire questo scopo è stata impiegare importanti risorse per raccontare le grandi tematiche del nostro tempo.

Ed è qui, secondo Antonio Carloni, Vice Direttore delle Gallerie d’Italia di Torino, che è arrivata in soccorso la fotografia. «La fotografia è il linguaggio del contemporaneo, il linguaggio di tutti. E infatti, a inaugurare la nuova sede, è il lavoro La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia firmato da Paolo Pellegrin dedicato al cambiamento climatico. Il progetto investigativo è stato realizzato su committenza della Banca permettendo all’autore di raggiungere vari Paesi, ad esempio la Namibia, l’Islanda, il Costa Rica».

«Questo è l’aspetto rilevante del progetto Gallerie d’Italia Torino. L’opportunità di poter affidare ai grandi autori contemporanei il racconto visuale dei temi del contemporaneo. Si pensi al climate change, alla povertà, all’economia circolare, all’inclusione. È una modalità che nessun museo sta utilizzando in modo sistematico. In altre parole, non creiamo documenti per raccontare il passato, ma documentiamo l’oggi per formare il domani».

Gallerie d’Italia
Iceberg nella Disko Bay, Illulias, Groenlandia 2021 © Paolo Pellegrin

Secondo Carloni, l’economia circolare, in senso ampio, è anche il modus operandi dello stesso progetto. «A Torino elaboreremo l’attualità: i messaggi verranno affidati ai fotografi o visual artist. In un secondo momento i loro elaborati verranno esposti. È in questo modo che applichiamo i principi dell’economia circolare anche ai contenuti. Alcuni lavori entreranno a far parte dell’archivio, altri della collezione della Banca. Le stesse mostre diventeranno occasioni di partnership con altri musei nazionali o internazionali. Sarà un viaggio in Italia attraverso la fotografia».

Paolo Pellegrin alle Gallerie d’Italia di Torino

La nuova sede torinese inaugura, dunque, con la mostra La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia. Intesa Sanpaolo ha chiesto a Paolo Pellegrin, una delle voci più autorevoli della fotografia, di indagare uno dei temi cruciali della contemporaneità. Quello del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente naturale.

Per oltre un anno, il fotografo si è mosso in diverse zone del mondo alla ricerca delle tracce e della presenza dei quattro elementi – terra, acqua, aria e fuoco. Immergendosi nella natura e cercando di coglierne le molteplici manifestazioni. Su tutte, quella “fragile meraviglia” che dà il titolo alla mostra.

Gallerie d’Italia
Case minime del quartiere Ortica di Milano, 12 luglio 1950 © Archivio Publifoto

L’esposizione di Paolo Pellegrin è visitabile fino al 4 settembre 2022. Così come la mostra Dalla guerra alla luna 1945-1969 che riunisce le immagini provenienti dall’Archivio Publifoto. Curata da Aldo Grasso e Giovanna Calvenzi, è l’occasione per ripercorrere il quarto di secolo che ha portato alla rinascita dell’Italia e alle grandi trasformazioni sociali e culturali che ancora oggi influenzano il nostro tempo.

www.gallerieditalia.com

Leggi l’intervista completa a Michele Coppola e Antonio Carloni su IL FOTOGRAFO 335, in edicola o a questo link

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