14 Giugno 2021 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Sono dedicati a Ghirri, Barbieri e Chiaramonte gli appuntamenti organizzati a Lerici da Spazi Fotografici. Tre incontri dedicati alla presentazione di altrettanti volumi di tre maestri della fotografia.

Ghirri

Luigi Ghirri: Niente di antico sotto il sole

Si inizia con la presentazione della nuova edizione di Niente di antico sotto il sole. Scritti e interviste di Luigi Ghirri, organizzata in collaborazione con Quodlibet e con l’Archivio Luigi Ghirri. In programma martedì 6 luglio alle 18.30, vedrà la partecipazione del saggista e scrittore Marco Belpoliti e del curatore del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo Matteo Balduzzi.

Con introduzione di Francesco Zanot, il volume – ripubblicato dopo quattordici anni – raccoglie parole e idee di Ghirri in interviste e saggi. Di carattere alternativamente storico e tecnico, personale e teorico, dedicati al proprio lavoro e a quello di altri protagonisti della storia della fotografia, italiani e internazionali, gli scritti di Ghirri sono apparsi originariamente su libri, cataloghi, riviste e quotidiani. E rappresentano un contributo sostanziale alla letteratura del settore in un momento di vivace fermento e grandi cambiamenti.

Commenta Marco Belpoliti: «Non so se possiamo considerare Luigi Ghirri un fotografo contemporaneo. Ho la sensazione che abbia dedicato il suo tempo assai breve all’arte classica non a quella contemporanea. All’arte senza tempo che sfida il tempo con la sua permanenza nel tempo. La fotografia sembrerebbe un’arte legata al tempo, ma quelle di Luigi Ghirri sono immagini fuori dal tempo perché possiedono la prerogativa di comprimere il tempo: infanzia, età matura, vecchiaia».

«Sono immagini che fanno immaginare e per questo anche vedere. L’immagine è sempre una immaginazione in lui, ed è stata estratta dal tempo e trasformata in memoria temporale. Come i ritratti di Mont Saint Victoire di Cézanne, i paesaggi o gli interni di Luigi Ghirri sono ritratti di qualcosa che non esiste se non nella nostra immaginazione. Sono la memoria della immaginazione. Per questo sono così realisti. Ci fanno vedere ciò che abbiamo immaginato e ci fanno immaginare ciò che vediamo».

Matteo Balduzzi dice: «Non smette di sorprendermi come la figura e il pensiero di Luigi Ghirri – ormai diventati un patrimonio condiviso da vastissime fasce della società, diverse per interessi, generazione e cultura visiva – continuino a rappresentare un punto di riferimento anche negli ambiti più ricettivi quali ad esempio i giovani artisti e i ricercatori».

«Questa coesistenza di mainstream e nicchia, per semplificare, non è qualcosa di consueto nel panorama culturale. Forse è dovuta al fatto che il pensiero di Ghirri, insieme teorico, filosofico e visivo, ha saputo intercettare con apparente semplicità un processo di messa in immagine del mondo che è diventato negli anni sempre più evidente».

Olivo Barbieri e Giovanni Chiaramonte

Il secondo incontro, in programma sabato 10 luglio alle 18.30 con l’artista Olivo Barbieri in conversazione con il critico d’arte Mauro Zanchi, è dedicato al libro-catalogo di Barbieri American Monument and Monument. Edito nel 2018 da Galleria Mazzoli, è composto da frammenti temporalmente e geograficamente distanti, che si interrogano sulla non mutevolezza dei modelli di riferimento. Con testo di Tobia Bezzola e dialogo con l’artista a cura di Achille Bonito Oliva, è occasione per scoprire l’opera di Olivo Barbieri guardando all’intero corpus dei suoi lavori.

Spiega Mauro Zanchi: «In American Monument and Monument, Olivo Barbieri crea connessioni molto sottili fra sistemi che apparentemente sembrano distanti tra loro. Porta dentro il suo processo creativo alcune domande aperte, quelle che stanno in sospensione tra ciò che viene definito “astratto” e qualcos’altro che chiamiamo “realtà figurabile”: vengono messi in relazione alcuni ricordi dei dipinti di Mark Rothko e gli Hamburger, forme geometriche archetipali e presenze scultoree trovate nel paesaggio americano, dettagli tratti dal repertorio iconografico dell’arte antica (da Luca Signorelli, Piero Della Francesca, Saccaccino Saccaccini, Guercino, Pieter Brueghel il Giovane), porzioni di mondo prelevate durante il viaggio».

«Per comprendere in modo più esteso le fotografie presenti nel libro non basta osservare attentamente il soggetto principale o ciò che è rappresentato entro il perimetro dell’immagine. È necessario prendere in considerazione soprattutto ciò che non è inquadrato. Questo vasto portato dello sguardo corrisponde all’estensione del possibile, al coinvolgimento di coloro che stanno fuori dal riquadro, ovvero i possibili fruitori che condividono l’attuale processo delle immagini. In questo viaggio, Olivo Barbieri cerca nelle sue fotografie possibili rivelazioni, la forma di qualche verità rimasta impigliata nelle immagini. Ma volutamente lascia che qualcosa rimanga celato dietro la prima apparenza e lettura delle immagini, sia quando vengono guardate singolarmente sia quando ci si lascia portare dalla sequenza pensata per il libro. In questo rapporto fra superficie e significato latente prende corpo qualcosa. Qualcosa che rimane enigmatico».

In programma giovedì 2 settembre alle 18.30 con il fotografo Giovanni Chiaramonte in conversazione con il giornalista Michele Smargiassi, l’ultimo appuntamento è dedicato al libro dell’autore milanese Salvare l’ora. Il volume è stato pubblicato nel 2018 da Postcart edizioni, partner di Spazi Fotografici. Con testo del poeta d’origine sarzanese Umberto Fiori, il volume raccoglie componimenti visivi diversi, nello specifico haiku e immagini, per una riflessione su termini ricorrenti come tempo, spazio, universo, abisso, nulla, Dio, infinito, silenzio.

Come partecipare

Tutti gli eventi si terranno al Castello San Giorgio di Lerici e prevedono posti limitati. È perciò obbligatorio prenotarsi a questo link. Gli incontri saranno trasmessi in diretta streaming YouTube al canale di Spazi Fotografici.

Maggiori informazioni: www.spazifotografici.it

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