23 Maggio 2019 di Vanessa Avatar

Un connubio fortunato tra fotografiafumetto e racconto ha dato vita a un libro unico nel suo genere.

«Il poeta Rolfe, vestito come una specie di monaco medievale, si aggirava per Venezia come un’anima in pena, camminando o remando fra i canali e nelle albe tremule della laguna. Lo chiamavano Baron Corvo perché era avvolto in un grande saio nero. È lui a innescare in Corto Maltese la curiosità, la ricerca del favoloso smeraldo, che in realtà è un simbolo esoterico, un misterioso testo, un talismano magico. È lui che fa partire la storia che Hugo Pratt dedica alla sua città». Così si apre il volume Il Gioco delle Perle di Venezia, luogo d’incontro, tra fantasia e realtà, di due grandi personalità della cultura italiana, Gianni Berengo Gardin e Corto Maltese, nato dalla matita di Ugo Pratt. Sulla cornice di una delle più suggestive città italiane, le vite di Corto Maltese e di Berengo Gardin s’intersecano attraverso le avventure del racconto di Marco Steiner, prendendo forma uno dalla mente e dalla mano di Pratt e l’altro dagli scatti di Marco D’Anna. Parte così una caccia al tesoro che oggi, a quarant’anni di distanza dalla pubblicazione di Favola di Venezia, Gianni Berengo Gardin ha deciso di ripercorrere, facendosi guidare da due cultori delle storie del marinaio più famoso d’Italia.

Lascia un commento

qui