Il nostro tour sui luoghi della fotografia in Italia arriva a Bari, articolata nel suo centro storico in un susseguirsi di vicoli e architetture che ne raccontano la storia, fino a raggiungere la Bari vecchia, con il monumentale lungomare. La città rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la fotografia e per la nuova visione del paesaggio che in questi luoghi e, precisamente all’interno della Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto, ha vissuto una svolta epocale. Nel 1984, con la mostra e il libro Viaggio in Italia, curato da Luigi Ghirri, Gianni Leone, Enzo Velati, testi firmati da Carlo Arturo Quintavalle e un diario di viaggio di Gianni Celati, il belpaese cambia le proprie sembianze e viene restituito con immagini inedite, ritraenti luoghi marginali, città e spiagge deserte, case abbandonate, strade vuote. La ricerca sul paesaggio si concentra definitivamente su ciò che appare davanti a noi, lasciandosi alle spalle le rappresentazioni tradizionali tipiche dei panorami da cartolina. Visitando Bari, si avverte l’eredità concettuale di questa ricerca e la propensione continua ad approfondire gli ambiti della fotografia che indagano il territorio.
1#Slideluck Editorial
Ed eccomi finalmente con Maria Teresa Salvati, persona eclettica e vulcanica che, dopo anni di formazione e lavoro tra Milano e Londra, un passato nel mondo della pubblicità, è divenuta consulente di Personal Branding e dal 2013 è tornata nella sua città d’origine. Il suo percorso con Slideluck – la piattaforma che consente opportunità di scambio con operatori del settore basate su un format originale di incontri tra fotografia e buon cibo, con proiezione di slideshow – inizia già nel 2007 a Londra e dopo alcuni anni da direttrice europea lancia Slideluck Editorial, soprattutto perchè, dice lei, «volevo che Slideluck non fosse più percepita come una community di intrattenimento, ma una piattaforma che da un lato fosse in grado di individuare nuovi talenti, dall’altro, grazie alla facilità di distribuzione e consumo dei contenuti (multimedia), potesse veicolare messaggi rilevanti, forti e necessari nel panorama e nella narrazione dei grandi temi sociali e culturali contemporanei». Slideluck Editorial lancia delle call biennali, legate a tematiche attuali, con lo scopo di selezionare 10 progetti e promuoverli in diversi contesti per arrivare alla gente comune e creare dei momenti di riflessione intorno ai fatti importanti del mondo. L’ultima call è Love me tender: «è un invito a prenderci cura dei più deboli e una riflessione sul potere virale dell’amore». Mentre ci dirigiamo verso la prossima realtà da visitare, continuiamo a parlare delle numerose attività che la coinvolgono, come My spot of beauty, di cui vi invito a visitare il profilo Instagram.
Ad attenderci troviamo Roberta Fiorito, fondatrice insieme a Nico Murri, Giancarlo Fiorito e Cosmo Laera di questa realtà, che è molto più di una scuola. Nata nel 2013 e organizzata in uno spazio di oltre trecento metri quadri, la sede offre un programma didattico come percorso di educazione alle immagini e alla cultura visiva. Il corso biennale ha una frequenza giornaliera di otto mesi continuativi e mira a fornire strumenti tecnici, teorici e progettuali per realizzare una narrazione attraverso le immagini e comprenderne i diversi campi di applicazione: dalla fotografia commerciale alle ricerche autoriali e documentarie. Roberta mi parla dei laboratori che ogni anno sono attivati in zone specifiche della Puglia, dove si realizzano progetti collettivi sul territorio che vanno oltre la visione stereotipata dei luoghi. Durante l’anno sono ospitati autori nazionali e internazionali, presentati libri e si organizzano talk per «parlare e cercare di comprendere il mondo attraverso le immagini».La scuola promuove anche molteplici iniziative che coinvolgono altre realtà culturali e offrono uno spazio di coworking. Ma non solo: sono attive collaborazioni con enti pubblici, quale per esempio il Museo Archeologico di Egnazia, e con realtà private come lo Spazio Murat e Slideluck Editorial.
2#F. Project
Ad attenderci troviamo Roberta Fiorito, fondatrice insieme a Nico Murri, Giancarlo Fiorito e Cosmo Laera di questa realtà, che è molto più di una scuola. Nata nel 2013 e organizzata in uno spazio di oltre trecento metri quadri, la sede offre un programma didattico come percorso di educazione alle immagini e alla cultura visiva. Il corso biennale ha una frequenza giornaliera di otto mesi continuativi e mira a fornire strumenti tecnici, teorici e progettuali per realizzare una narrazione attraverso le immagini e comprenderne i diversi campi di applicazione: dalla fotografia commerciale alle ricerche autoriali e documentarie. Roberta mi parla dei laboratori che ogni anno sono attivati in zone specifiche della Puglia, dove si realizzano progetti collettivi sul territorio che vanno oltre la visione stereotipata dei luoghi. Durante l’anno sono ospitati autori nazionali e internazionali, presentati libri e si organizzano talk per «parlare e cercare di comprendere il mondo attraverso le immagini».La scuola promuove anche molteplici iniziative che coinvolgono altre realtà culturali e offrono uno spazio di coworking. Ma non solo: sono attive collaborazioni con enti pubblici, quale per esempio il Museo Archeologico di Egnazia, e con realtà private come lo Spazio Murat e Slideluck Editorial.
3#Of(f) the Archive
Gioco in casa, perché ad accogliermi trovo Michela Frontino, collaboratrice della nostra rivista che, con Massimo Barberio, nel 2017 ha fondato un centro di cultura fotografica specializzato nella catalogazione e nella valorizzazione degli archivi con sede all’interno degli spazi di F.project. Lei, curatrice e ricercatrice, lui, fotografo, hanno deciso di dar vita a questa realtà per, come racconta Michela, «rispondere a due principali esigenze culturali: la domanda di digitalizzazione di beni fotografici e la richiesta di attività di produzione artistica ed editoriale, didattica e divulgativa. Oltre a fornire servizi agli archivi fotografici e documentari, Of(f) the archive si riconosce in uno spazio per la condivisione di attrezzature, realizzazione di mostre, pubblicazioni ed eventi». E prosegue: «Tentare di rendere fruibile e accessibile su larga scala il patrimonio culturale è il nostro primo obiettivo, pertanto le attività principali riguardano la ricerca di nuovi metodi per integrare il patrimonio del passato al tempo presente e per aprire l’archivio a un vasto pubblico affin- ché ne siano permesse l’ampia fruizione e la divulgazione dei contenuti con un approccio interdisciplinare».
Testo a cura di Benedetta Donato
Per scopri tutti i luoghi della fotografia di Bari, scarica la versione digitale de IL FOTOGRAFO #316 cliccando qui.
Testo a cura di Benedetta Donato
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