Storie di resistenza quotidiana della realtà palestinese: a Milano la mostra Home Sweet Home, scatti di Michela Chimenti e Alessia Galli.

26 Febbraio 2025 di Redazione Redazione

Fino all’11 marzo 2025, la Fabbrica del Vapore, Milano, documenta la resistenza palestinese con la mostra Home Sweet Home. In esposizione oltre 60 immagini che gettano uno sguardo intimo sulle condizioni di vita degli abitanti palestinesi, catturati dalle fotografe Michela Chimenti Alessia Galli.

Home Sweet Home, la voce della resistenza

Le immagini sono il frutto del soggiorno delle due fotoreporter in Cisgiordania tra luglio e agosto 2024, atto a testimoniare i territori occupati. Dal forte impatto visivo, gli scatti mostrano le dure condizioni di vita di chi ogni giorno affronta violenza, soprusi, conflitti e difficoltà quotidiane. Curata da Micaela Calabresi, l’esposizione immortala storie di resistenza, condizione ormai all’ordine del giorno per migliaia di persone.

Home sweet home
Cisgiordania. Anche in mezzo al deserto, alle donne spettano le faccende domestiche e il lavoro di cura dei bambini e degli anziani del villaggio

L’ingresso è libero. Sul sito di WeWorld, associazione no profit presente in Cisgiordania da oltre 30 anni, è possibile ordinare le foto esposte. A fronte di una donazione di 35 euro, non solo sarà possibile portare a casa un’opera d’arte, ma anche sostenere attivamente i progetti di WeWorld. Parte del contributo, infatti, sarà devoluto all’acquisto e alla distribuzione di kit mestruali e all’organizzazione di percorsi di formazione per donne e ragazze palestinesi.

Info

Dal 20 febbraio all’11 marzo 2025.

Luogo: Fabbrica del Vapore, via Giulio Cesare Procaccini, Milano.

Orari: lunedì-venerdì, 15:00-19:00; Giovedì, 15:00-22:00; Sabato e domenica, 10:00-19:00.

www.fabbricadelvapore.org

www.weworld.it

 

C'è 1 commento

  • AvatarFotografia Moderna

    Scattare foto che possono trasmettere qualcosa per la Palestina sta diventando sempre più difficile perché ormai è diventato quasi “blasonato” come argomento, ovviamente qualche anno fa faceva molto più scalpore.

    Per fortuna che ci sono comunque ancora fotografi che tengono a questo argomento e continuano a portare la loro testimonianza ad un tema così delicato

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