31 Dicembre 2019 di Vanessa Avatar

Il bracketing

La tecnica del bracketing prevede l’acquisizione di una serie di scatti dello stesso soggetto, esposti in sequenza e ognuno impostato in modo leggermente diverso. Si presta a fini sia tecnici sia creativi: per esempio, possiamo provare una serie di diaframmi diversi per capire quale produca la miglior profondità di campo, oppure alterare il bilanciamento del bianco per studiarne l’impatto sull’atmosfera dello scatto. La forma più diffusa di bracketing è quella dell’esposizione, in cui ogni immagine della serie viene esposta un po’ più della precedente. In genere, si applica per tre possibili motivi: per avere la certezza di portare a casa almeno un’esposizione corretta (nei casi in cui l’esposimetro sia messo in condizione di sbagliare), per avere una serie di esposizioni da cui distillare il massimo dettaglio in post-produzione oppure semplicemente per vedere se un trattamento più luminoso o più buio possa dare risultati migliori. Ovviamente, con istogrammi e file RAW a nostra disposizione, ottenere immagini ben esposte non è più così difficile. Ci sono però ancora molte situazioni in cui il contrasto è così elevato che una singola esposizione non può catturare tutti i dettagli e rendere giustizia alla scena.

Il bracketing: compensazione dell’esposizione

Quando scattiamo a priorità di diaframma, priorità di tempo o in Program, possiamo applicare il bracketing dell’esposizione semplicemente compensando. In modalità manuale, invece, dobbiamo intervenire direttamente su diaframma, tempo o livello ISO. Attraverso il controllo della compensazione dell’esposizione, le EOS permettono di rendere l’immagine più chiara o più scura fino a 5 stop dalla lettura dell’esposimetro, in incrementi di 1/3 di stop (anche se la scala dell’esposizione nel mirino arriva solo a +/- 2 o +/- 3 stop). Per procedere con precisione, usiamo la scala della schermata Quick Control o accediamo al menu Compensazione esposizione/ Impostazione AEB nel menu di scatto rosso.

AEB, facile come 1-2-3! Usiamo la funzione di bracketing automatico per risultati velocissimi

Il bracketing automatico dell’esposizione (Auto Exposure Bracketing, AEB) può essere attivato dalla schermata Quick Control o dal menu principale. C’è un’unica voce per bracketing automatico e compensazione dell’esposizione, per permetterci di rendere l’esposizione iniziale più chiara o più scura di quella prevista dalla fotocamera e poi regolare l’intensità del bracketing. La maggior parte delle fotocamere EOS permette di realizzare tre scatti in AEB: uno standard, uno più scuro e uno più chiaro, fino a 3 stop di distanza dal primo. In pratica, se applichiamo una compensazione di 5 stop all’esposizione iniziale e poi un bracketing di 3 stop, possiamo catturare un’immagine fino a 8 stop più chiara o più scura rispetto alla lettura esposimetrica effettiva. È raro dover ricorrere a una compensazione così pesante, ma può essere comodo se vogliamo catturare un’ampia forbice di esposizioni da unire in un’immagine HDR. È possibile che la nostra fotocamera ci permetta di personalizzare ulteriormente il bracketing automatico, per esempio proponendo un diverso numero di scatti (fino a sette sulla 5D Mark IV), un ordine variabile o la possibilità di lasciare la funzione attiva anche dopo aver spento la fotocamera. Possiamo usare la modalità di scatto continuo per esporre la sequenza, ma il bracketing automatico non è un’ottima idea per immagini di soggetti in movimento: potremmo avere una sola immagine con il picco dell’azione e potrebbe non corrispondere all’esposizione ottimale.

Bracketing per l’HDR

Facciamo l’impossibile per estendere la gamma dinamica. Alcune scene mostrano un tale livello di contrasto che è impossibile catturarne il dettaglio delle luci e delle ombre in una singola esposizione. Per aumentare la gamma dinamica utilizzabile possiamo realizzare una serie di scatti con esposizioni diverse (da uno deliberatamente sottoesposto per catturare il dettaglio nelle luci alte a uno sovraesposto per il dettaglio nelle ombre). Le porzioni correttamente esposte di ognuno potranno poi essere unite con un software come Photoshop e usate per produrre un’immagine HDR. Allo scatto è necessario tenere immobile la fotocamera, per garantirci che le immagini si allineino alla perfezione (un treppiede è quasi indispensabile). È ideale anche scegliere la priorità di diaframma, in modo che la profondità di campo resti costante per tutta la sequenza.

 

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