9 Luglio 2020 di Redazione Redazione

L’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti Tau Visual ha lanciato la campagna #IoLavoroConLaFotografia al fine di sensibilizzare addetti ai lavori ed opinione pubblica verso i problemi della categoria. La fotografia ed il video, infatti, sono divenute mezzi di comunicazione importantissimi per tutti noi, diffusi tanto quanto lo è il linguaggio scritto e parlato. Di riflesso, esiste un mondo di veri e propri professionisti dell’immagine – fotografi, reporter, videomaker, postproduttori, eccetera – che vivono del loro lavoro con le immagini – fisse o in movimento.
Per dare loro il giusto rilievo e il giusto riconoscimento, ANFP Tau Visual vuole puntualizzare tre aspetti importanti alla base di questo mondo. Eccoli!

  1.  Le immagini trovate sul web non sono di tutti: hanno un autore a cui fare riferimento per l’utilizzo. Le immagini che si trovano in forma “anonima” sul web sono state rese tali da qualcuno che le ha private della corrispondenza con l’autore. Per rispettare le immagini ed i loro creatori, vanno utilizzate solo immagini volontariamente concesse in uso, con licenza Creative Commons o simili.
  2. La categoria delle“semplici fotografie” rispetto alle “opere fotografiche” è anacronistica e quindi da eliminare. La stesura attuale della Legge sul diritto d’autore prevede ancora, per la fotografia, una categoria di “semplici fotografie”, separata dalle immagini creative. Questo genera infinite sterili diatribe. Chiediamo che la fotografia sia giudicata sempre con pari dignità: così come la musica è sempre protetta, non c’è il “semplice motivetto”; la letteratura è sempre protetta, non c’e’ il “brano insignificante”.Chiediamo che la discriminazione di legge sulle fotografie venga eliminata.
  3. La fotografia è una professione e il lavoro di chi produce immagini (fisse o in movimento) deve essere riconosciuto. La visibilità non è merce di scambio. I professionisti della fotografia vivono del loro lavoro, che va equamente compensato, come tutti i lavori. La promessa di “visibilità” non può essere utilizzata come merce di scambio, giacché rimanda all’infinito il momento del compenso reale.

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