13 Gennaio 2019 di Redazione Redazione

Joe Rosenthal inizia a lavorare per il San Francisco News nel 1932; allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale è già nello staff della AP di San Francisco, dal 1943 è al seguito dell’United States Marittime Service. Fotografa il conflitto nel Pacifico. Dal 1945 sarà alla Times Wide World Photos e poi al San Francisco Chronicle dove lavorerà per 35 anni, quando si ritirerà dalla vita attiva.

Joe Rosenthal: lo scatto storico

Quella di Iwo Jima è una tra le più note battaglie del Pacifico. Rosenthal è lì, fotografa per l’AP. Sale sul monte Suribachi: dei marines issano una bandiera, l’isola è stata conquistata. Scatta. Si accorge di un altro gruppo: anche questo alle prese con una bandiera, più grande. Si volta e scatta di nuovo. Capisce che sarà un’ottima fotografia, ma non che sarà la fotografia più famosa della guerra, con cui vincerà il Premio Pulitzer lo stesso anno. È perfetta: il vessillo è in diagonale, la brezza dà volume alla bandiera, il gruppo sostiene l’asta in un unico movimento. Cosa altro occorre perché diventi subito la fotografia della Vittoria? Non vedere i volti fa si che tutti i marines possano identificarsi nel gruppo. Raising the flag sarà pubblicata già il 25 febbraio sulle prime pagine dei giornali e in seguito  sarà utilizzata molte altre volte: stampata sui bonds per il 7° prestito di guerra, replicata come gruppo scultoreo del Marine Corps War Memorial, nonché soggetto del film Flag of our Fathers di Clint Eastwood.

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