Fino al 28 agosto, la Fondazione MAST a Bologna espone per la prima volta parte della sua vasta collezione.

10 Febbraio 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Si intitola The MAST Collection. A Visual Alphabet of Industry, Work and Technology la mostra con cui la Fondazione MAST espone per la prima volta parte della sua vasta collezione. Curata da Urs Stahel, l’esposizione è allestita presso la Fondazione a Bologna dal 10 febbraio al 28 agosto 2022.

La collezione della Fondazione MAST

Unico centro di riferimento al mondo di fotografia dell’industria e del lavoro, il MAST vanta una collezione di oltre 6mila immagini e video. Si tratta di opere realizzate da celebri artisti e maestri dell’obiettivo, cui si affianca una vasta selezione di album fotografici di autori sconosciuti.

Nei primi anni 2000 la Fondazione ha iniziato ad acquisire immagini da case d’asta, collezioni private, gallerie d’arte, fotografi e artisti. Queste opere sono andata ad arricchire un fondo già esistente che raccoglieva filmati, negativi su vetro e su pellicola, fotografie, album, cataloghi prodotti negli stabilimenti del gruppo Coesia.

Un alfabeto visivo del lavoro e dell’industria

Oltre 500 immagini e video provenienti dalla collezione compongono, dunque, la mostra The MAST Collection. A Visual Alphabet of Industry, Work and Technology.

Un alfabeto visivo del lavoro e dell’industria che vede accostate opere di celebri fotografi, accanto alle immagini di fotografi meno noti o sconosciuti e agli scatti degli artisti finalisti del MAST Photography Grant on Industry and Work.

Il percorso espositivo si snoda attraverso 53 capitoli nei tre spazi espositivi del MAST (PhotoGallery, Foyer e Livello 0). Dalla A di Abandoned e Architecture alla W di Waste, Water, Wealth, è Urs Stahel a spiegare la scelta dell’alfabeto: «L’alfabeto nasce per mettere insieme incroci tra lo sguardo lontano e quello vicino, testi e momenti dello scatto, portando l’attenzione all’interno delle opere».

«Lo stesso accade con le immagini e i fotografi coinvolti. Questi 53 capitoli rappresentano altrettante isole tematiche nelle quali convivono vecchi e giovani, ricchi e poveri, sani e malati, aree industriali o villaggi operai. Costituiscono il punto di incontro delle percezioni, degli atteggiamenti e dei progetti più disparati».

«La fotografia documentaria incontra l’arte concettuale, gli antichi processi di sviluppo e di stampa su diverse tipologie di carta fotografica, come le stampe all’albumina, si confrontano con le ultime novità in fatto di stampe digitali e inkjet. Le immagini dominate dal bianco e nero più profondo si affiancano a rappresentazioni visive dai colori vivaci».

«I paesaggi cupi caratteristici dell’industria pesante contrastano con gli scintillanti impianti high-tech, il duro lavoro manuale e la maestria artigianale trovano il loro contrappunto negli universi digitali, nell’elaborazione automatizzata dei dati. Alle manifestazioni di protesta contro il mercato e il crac finanziario si affiancano le testimonianze visive del fenomeno migratorio e del lavoro d’ufficio».

I grandi maestri della fotografia al MAST

Tra gli artisti in mostra: Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin,  Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson, Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka, Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas, Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff. Ancora, Sebastião Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith, Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston.

Info

La mostra è allestita presso la Fondazione MAST (Via Speranza 42, Bologna).

Ingresso gratuito dal martedì alla domenica, ore 10-19.

www.mast.org

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