19 Giugno 2018 di Vanessa Avatar

La messa a fuoco con la Reflex: accuratezza costante

Testi a cura di Roberto Tronconi

Scordiamoci gli automatismi e impariamo a filmare mettendo a fuoco in manuale, con l’aiuto di utilissimi accessori quali il monitor e il follow focus.

Ci sarà capitato di vedere qualche serie TV girata con le reflex invece che con le tradizionali videocamere professionali, senza neppure sospettare che a riprendere fossero macchine fotografiche alla portata di tutti e non apparecchiature da decine di migliaia di euro. E non parliamo di produzioni “minori”, ma di titoli di spessore, come l’arcinoto Dr. House – Medical Division! Certo, l’approccio alle riprese non può che essere diverso: in primis, usando una reflex, dovremo rinunciare all’autofocus. Le ragioni di questa scelta affondano le loro radici nei modi con cui operano l’AF “a rilevamento di fase” e quello “a rilevamento di contrasto”. Per motivi diversi, nessuno dei due è adatto al video: il primo ha bisogno dello specchio, che in modalità Live View è alzato e quindi non disponibile; il secondo, oltre a essere sensibilmente più lento, cerca il punto a fuoco con fastidiose oscillazioni “avanti e indietro” che male si sposano con le riprese video. 

La messa a fuoco con la Reflex: piccoli segreti

Detto questo, non ci resta che passare alla modalità manuale. Nulla di cui preoccuparsi: con un po’ di allenamento e i giusti accessori, impareremo a ruotare con la massima precisione l’anello di messa a fuoco del nostro obiettivo.

Un consiglio: procuriamoci un vecchio Nikkor AI o un AI-S meccanico (vanno bene persino i vecchissimi F, sebbene con una modifica). Come sanno i nikonisti di vecchio corso, si tratta di obiettivi che vantano un’elevata qualità ottica unita a una costruzione meccanica robustissima e si trovano in ottime condizioni a prezzi spesso bassissimi sul mercato dell’usato. In particolare, è il loro elicoidale meccanico a fare la differenza. La messa a fuoco, nel video, è un po più complessa di quella fotografica, che deve essere precisa per una frazione di secondo mentre, nel caso della ripresa video, l’accuratezza deve essere costante per la durata della ripresa. Per questo motivo, dovrà essere preparata in anticipo.
Facciamo un esempio. Davanti alla macchina, ci sono due persone: una a sinistra e vicino all’obiettivo, l’altra a destra e più distante. I soggetti sono fermi e noi vogliamo inquadrare il primo e successivamente, con una piccola panoramica orizzontale, arrivare a inquadrare il secondo . Per il buon esito dell’esperimento è necessario che la fotocamera sia su un treppiede dotato di testa fluida 2D . Il procedimento consiste in questo: inquadriamo la prima persona; mettiamo a fuoco; osserviamo e memorizziamo il valore della messa a fuoco sulla scala delle distanze dell’obiettivo; facciamo una panoramica a destra per inquadrare la seconda persona (registrando mentalmente la durata del movimento); rimettiamo a fuoco; osserviamo e memorizziamo anche il secondo valore

Conclusi questi passaggi, torniamo a inquadrare la prima persona (a sinistra), ruotiamo l’anello di messa a fuoco sulla prima posizione che abbiamo memorizzato, chiediamo alle persone di assumere postura ed espressione adatte alla circostanza, premiamo il pulsante di registrazione annunciando l’avvenuto inizio della ripresa, incominciamo a effettuare un morbido movimento di panoramica verso destra e, quando la prima persona esce di campo, ruotiamo anche l’anello di messa a fuoco fino alla seconda posizione memorizzata.

Attenzione: raggiungiamo quest’ultima posizione nel momento in cui la seconda persona entra in campo e non alla fine del movimento di panoramica. È importante sincronizzare la rotazione dell’anello di messa a fuoco con il movimento di panoramica , per evitare che la prima persona vada fuori fuoco mentre è ancora in campo e la seconda entri in campo rimanendo sfocata. Non è facile, ma con un po’ di esercizio subentreranno automatismi che renderanno tutto più semplice.

La messa a fuoco con la Reflex: accessori per semplificarne la riuscita

Per aumentare le percentuali di successo dell’operazione di messa a fuoco  esistono due accessori che possono semplificarci enormemente la vita: monitor e follow focus.

Il monitor  è commercializzato in una miriade di versioni, dimensioni e prezzi, ma per i nostri scopi è perfetto un modello da 7 o 8 pollici con risoluzione Full HD che collegheremo all’uscita HDMI della Nikon. Il monitor ci servirà per mettere a fuoco, leggere l’istogramma e controllare l’inquadratura. Non è necessario spendere un occhio della testa per uno strumento che offra una perfetta riproduzione dei colori e del contrasto, perché la reflex non offre le innumerevoli possibilità di regolazione delle videocamere professionali.

Il follow focus , invece, è un accessorio che attraverso una serie di riduttori sposta il controllo dell’anello di messa a fuoco dall’obiettivo a una comoda manopola, rendendo più preciso e fluido il movimento. È dotato, inoltre, di una sede atta a ospitare dischi riscrivibili o triangolini di nastro adesivo colorato su cui segnarsi i diversi punti di messa a fuoco, un sistema utilissimo per non doverseli ricordare a memoria. Per essere utilizzato, il follow focus ha bisogno di due binari che costituiscono il “banco ottico” ; su questo vengono fissati una piastra per la macchina fotografica, l’ingranaggio del follow focus e tutti gli altri accessori, per esempio il monitor. Naturalmente è possibile mettere a fuoco “a occhio”, cioè guardando il monitor e seguendo con la manopola l’allontanamento o l’avvicinamento del soggetto; ma è comunque una prodezza che richiede un grande allenamento per avere qualche speranza di riuscita.

Non resta che provare e osservare i risultati.
L’articolo completo su Nikon Photography in edicola da metà Giugno e disponibile online

Lascia un commento

qui