Fino al 27 novembre a Venezia si possono ammirare le “storie invisibili” di Leila Alaoui, artista franco-marocchina scomparsa nel 2016.

27 Giugno 2022 di Redazione Redazione

In occasione della 59. Biennale d’Arte di Venezia, fino al 27 novembre 2022 il Fondaco dei Tedeschi a Venezia ospita la mostra Leila Alaoui. Storie invisibili/Unseen Stories. Un’installazione che mescola fotografie e video presentata in collaborazione con Galleria Continua e Fondazione Leila Alaoui.

La mostra si compone di due lavori dell’artista franco-marocchina, scomparsa nel 2016 dopo essere rimasta ferita negli attentati del 15 gennaio a Ouagadougou, in Burkina Faso. Si tratta di Les Marocains e Crossings.

Un’installazione di Leila Alaoui a Venezia

La prima parte della mostra, Les Marocains, riunisce nella corte interna dell’edificio una serie di gigantografie di grande impatto visivo. Alcune sono inedite ed esposte al Fondaco dei Tedeschi per la prima volta.

Il progetto, di ampio respiro, ha portato l’artista a viaggiare in lungo e in largo per il Marocco con uno studio fotografico portatile, per costruire un ritratto corale del Paese attraverso i suoi abitanti. Rivelando tradizioni, culture ed estetiche diverse, molte delle quali stanno gradualmente scomparendo.

Questo lavoro ha regalato anche l’opportunità alla fotografa di scoprire le proprie radici. 

Al quarto piano del Fondaco dei Tedeschi è allestita la seconda parte, Crossings, che attraverso video e immagini racconta il viaggio intrapreso dai migranti subsahariani per raggiungere il Marocco e le coste dell’Europa. Affrontando non solo il trauma collettivo provocato dall’esperienza di attraversare i confini e diventare una comunità fragile. Ma anche riflettendo sul concetto di Europa come utopia problematica nell’immaginario africano.

L’artista

Nata in Francia, a Parigi, nel 1982, ha studiato fotografia all’Università della Città di New York. Il suo lavoro esplora la costruzione dell’identità, la diversità culturale e la migrazione nell’area del Mediterraneo.

Dal 2009 le sue opere sono state esposte in vari musei e istituzioni, tra cui l’Institut du Monde Arabe e la Maison Européenne de la Photographie a Parigi, la Konsthall di Malmoe in Svezia, il Musée des Beaux-Arts di Montreal in Canada e più recentemente il Musée Yves St Laurent di Marrakech e la Somerset House di Londra.

Il suo impegno umanitario comprende anche varie missioni fotografiche per importanti ONG, come il Danish Refugee Council, Search for Common Ground e HCR. Nel gennaio 2016, mentre lavorava per una commissione di Amnesty International sui diritti delle donne in Burkina Faso, è stata gravemente ferita negli attacchi terroristici a Ouagadougou. Non si è ripresa ed è morta il 18 gennaio 2016. La Fondazione Leila Alaoui è stata creata per preservare il suo lavoro, difendere i suoi valori e ispirare e sostenere gli artisti che lavorano per promuovere la dignità umana.

www.dfs.com

Lascia un commento

qui