27 Luglio 2019 di Vanessa Avatar

SalinaDocFest, il Festival del Documentario narrativo, fondato e diretto da Giovanna Taviani e codiretto da Mario Incudine, vedrà la partecipazione di due ospiti di prestigio: la fotografa Letizia Battaglia e il regista Marco Bellocchio.
L’edizione 2019 del SalinaDocFest ha come tema e filo conduttore le (R)ESISTENZE, cioè le esistenze, le vite e le storie che resistono all’omologazione culturale, alle violazioni dei diritti umani, alla devastazione ambientale.

Letizia Battaglia al SalinaDocFest

Il regista Marco Bellocchio sarà presente col suo Il Traditore – vincitore di sette Nastri d’argento a Cannes. Il Traditore – la storia del primo grande pentito di mafia, Tommaso Buscetta sarà proiettato la sera del 13 settembre nella piazza di Santa Marina.  Il film sarà preceduto da un incontro con il regista moderato dal critico Enrico Magrelli al quale prenderà parte Vincenzo Pirrotta, che nel film interpreta Luciano Liggio, la “primula rossa di Corleone”. Pirrotta, allievo del grande Mimmo Cuticchio, si è già occupato di mafia con il cunto Ballata delle Balade da lui diretto in cui ha messo in scena la contraddittoria e distorta religiosità di un boss mafioso per raccontarne le sfumature antropologiche e sociali. Vincenzo Pirrotta sarà anche il protagonista del prossimo documentario di Giovanna Taviani, la direttrice del SDF.

Shooting the mafia è un ritratto sulla vita professionale e umana di Letizia Battaglia

Letizia Battaglia prenderà parte, col giornalista del Corriere della Sera Felice Cavallaro, al confronto che seguirà – la mattina del 13 settembre – la proiezione del documentario Shooting the mafia di Kim Longinotto. Il confronto – che avrà per tema “Mafia, Scatti, Memoria” – sarà moderato da Ermanno Taviani.
Shooting the mafia è un ritratto sulla vita professionale e umana di Letizia Battaglia, che negli anni ’70 è stata la prima fotoreporter italiana a documentare l’inizio degli anni di piombo a Palermo. Ma Letizia Battaglia non è solo “la fotografa della mafia”. E’ stata anche la prima donna europea a ricevere nel 1985, a New York, il Premio internazionale Eugene Smith e nel 1999 il premio, Mother Johnson Achievement for Life.
 
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