Lidia Bagnara negli spazi di Nonostante Marras a Milano

22 Giugno 2021 di Elisabetta Agrati

Dal 24 giugno al 19 settembre, gli spazi di Nonostante Marras a Milano ospitano le immagini di Lidia Bagnara. La mostra In Zir – I miei viaggi verso Gerusalemme, a cura di Francesca Alfano Miglietti, riunisce un centinaio di scatti che raccontano i viaggi di Lidia Bagnara tra il 1991 e il 2021. Frammenti di luoghi, persone, distanze e prossimità, che uniscono l’India, la Cappadocia, il Libano, la Siria, la Giordania, Israele, l’Egitto, l’Italia.

Girovagare senza meta

Il titolo della mostra rimanda all’amore sconfinato della fotografa per il viaggio. In Zir in dialetto romagnolo significa, infatti, girare, girovagare, senza meta. In questi vent’anni, Lidia Bagnara ha continuato a muoversi e a riportare nelle immagini tutti i luoghi che ha sentito profondamente. Il risultato sono stati d’animo, sensazioni, odori, percezioni tattili, in bilico tra fotografia e pittura.

Lidia Bagnara, Petra, Giordania, 1997, Foto analogica

Spiega Francesca Alfano Miglietti: «Le “riprese” di Lidia sembrano avere origine dal suo mondo poetico, e sembrano volersi caratterizzare come una forma di lotta per la sopravvivenza, sembrano voler trasformare la stessa esistenza in una sorta di liquida placenta attraverso la quale poter osservare, parlare, sentire… un pensiero, insieme, selvaggio e raffinato che tiene quasi la storia a distanza. Un pensiero che occorre “pensare” d’un colpo o non pensarlo per nulla».

Lidia Bagnara

Nata nel 1959 a Ravenna, dove vive e lavora, inizia come ritrattista collaborando con la Granata Press Service di Milano. Dal 2000 si dedica al reportage sociale per la Cooperativa “Il Cerchio” di Ravenna. Dal 2002 al 2005 crea lookbook di moda e segue gli eventi e gli show per alcuni designer italiani e stranieri.

Nel 2012 pubblica il suo primo libro fotografico A occhi chiusi edito da Skira che raccoglie vent’anni di fotografie di viaggio con testi di Giovanna Calvenzi e Andrea Emiliani. Nel 2021 pubblica il libro Jerusalem edito da Danilo Montanari con i testi di Giovanna Calvenzi e Manuela Dviri. Alcune sue foto sono conservate al Dipartimento Stampe e Fotografie della Biblioteca Nazionale di Parigi.