Il coronavirus ha provocato un crollo delle donazioni alle realtà no profit, ma le tante associazioni del Terzo settore hanno continuato a consegnare beni di prima necessità, a fornire assistenza sanitaria o supporto psicologico, così come formazione o sport a distanza. La società emersa dall’emergenza ha svelato nuovi poveri, nuove esigenze, nuovi ostacoli economici o sociali che sarebbero insormontabili senza l’aiuto delle tante realtà solidali attive. Da quando l’Italia si è fermata, la mancanza di soldi e cibo ha colpito molti italiani e, malgrado il governo abbia stanziato 400 milioni ai comuni per distribuire buoni spesa o alimenti, la situazione resta complessa. Secondo la Caritas le richieste di assistenza sono aumentate del 50%. La parola d’ordine è aiutare, ognuno come può, per mantenere efficaci le risposte sul territorio.

© Andrea Stillone
Il mondo silenzioso del volontariato
C’è un’Italia silenziosa che in questi mesi ha lavorato per gli altri. È composta da persone operose che regalano il loro tempo senza secondi fini e senza percepire stipendio. Un fotografo dell’hinterland milanese ha deciso di mettere a fuoco i loro gesti. «Il primo passo – racconta Andrea Stillone – è stato di rivolgermi alla Protezione Civile. Volevo sondare il mondo del volontariato con una serie di racconti al solo scopo di donare il mio lavoro. Inizialmente, ho conosciuto gli operatori del Pronto Soccorso, poi ho documentato l’attività dell’associazione SOS Milano per approdare, infine, a Pane Quotidiano».
Del suo progetto Italia nascosta ha voluto pubblicare il capitolo più recente: «È la storia che mi ha dato maggior soddisfazione – confessa – perché ho focalizzato i miei obiettivi e ho incontrato persone coraggiose e collaborative. È come se si fossero messi in comunicazione il mio bisogno di fare fotografia, il mio stile fatto di controluce, silhouette, contrasti e la necessità di rendermi utile».

© Andrea Stillone
La Onlus Pane Quotidiano, attiva dal 1898, distribuisce direttamente aiuti. Nei giorni del lockdown, per evitare assembramenti, ha affidato le donazioni stoccate nei magazzini ad associazioni più piccole che svolgessero capillarmente attività di sostegno a chi è in difficoltà. Ventiquattro tonnellate di merce ricevuta da piccole e grandi aziende, sponsor o da privati donatori. «La parte commerciale del mio lavoro – conclude l’autore – mi porta a fotografare interni. Il mio portfolio personale mi trascina in strada, tra la gente. Ho uno studio alle porte di Milano. Sul sito www.deadue.com ho attivato una raccolta fondi per la Protezione Civile. Con #unafotoperaiutare i donatori possono aggiudicarsi una mia immagine stampata su carta fine art e fare del bene».
Andrea Stillone
Classe 1986, Andrea è un autodidatta che ha iniziato a dedicarsi seriamente alla fotografia sei anni fa. Nella convinzione di aver iniziato tardi, ha voluto affrontare con più tenacia, perseveranza e curiosità il mondo e le sue molteplici dimensioni. Sperimenta tutti i generi con una predilezione per la documentazione, il paesaggio, il reportage di viaggio e di strada. Il suo sito personale: www.stilloneandrea.com.
di Barbara Silbe