Con un lavoro dedicato alle donne marocchine, Chantal Pinzi vince il Premio di Fotografia Esperanza Pertusa.

9 Agosto 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

È l’italiana Chantal Pinzi la vincitrice della seconda edizione del Premio Internazionale di Fotografia Esperanza Pertusa.

Shred the Patriarchy © Chantal Pinzi

Conoscere per cambiare

Promosso dalla Fundación Esperanza Pertusa, il concorso intende valorizzare il lavoro di fotografi professionisti e amatori che, attraverso la fotografia, denunciano situazioni di povertà ed esclusione sociale vissute da milioni di persone nel mondo. Ispirando allo stesso tempo trasformazioni positive.

Nelle parole del patron della fondazione, Esperanza Navarro-Pertusa, “conoscere una situazione è il primo passo per far crescere la consapevolezza e incoraggiare azioni, anche piccole, che possano portare a un cambiamento”.

“Questa competizione fotografica intende valorizzare il lavoro di chi ci fa prendere familiarità con determinate situazioni. Ci incoraggia a conoscerle più da vicino. E, infine, ci invita a essere parte attiva nel cambiamento”.

Chantal Pinzi vince il Premio di Fotografia Esperanza Pertusa

A vincere questa seconda edizione è Chantal Pinzi (Como, 1996), fotografa italiana residente a Berlino.

Il suo progetto, Shred the Patriarchy, è dedicato a un gruppo di donne marocchine che hanno deciso di praticare lo skateboard nonostante le ripercussioni sociali e familiari cui vanno incontro a causa di questa loro scelta. Nonostante la reputazione di paese progressista, infatti, in Marocco le donne devono affrontare numerosi ostacoli per quanto riguarda la loro partecipazione alla vita economica, sociale, politica e persino sportiva.

Shred the Patriarchy © Chantal Pinzi

Spiega la fotografa: «Penso sia importante dare spazio a quelle donne che hanno deciso di sfidare regole non scritte, nonostante i giudizi cui vanno incontro. Queste donne hanno trasformato lo skateboard in una forma di resistenza al patriarcato. Non possono più accettare il ruolo che la società marocchina ha imposto loro: ossia quello di creature deboli».

www.fundacionesperanzapertusa.org

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