16 Giugno 2020 di Redazione Redazione
Lavoro per lo più su guerre e crisi umanitarie, soggetti spesso visti come difficili o disturbanti. Per questo progetto ho voluto mostrare quanto di positivo si può trovare anche nelle situazioni più negative. La crisi dei rifugiati ha ricevuto ampia copertura negli ultimi anni, ma volevo osservarla in modo diverso, concentrandomi sulle storie d’amore, che possono dare forza e fiducia.
L’amore è uno degli elementi più importanti della vita. Ci offre positività e speranza nei momenti più bui, come quelli che vivono moltissimi profughi. Prima di partire, ho pensato ai luoghi che volevo visitare e perché e ho contattato persone e associazioni locali che potessero aiutarmi. Accanto alla preparazione, però, bisogna sempre lasciare spazio alla flessibilità. Istanbul è lo snodo principale per i rifugiati in fuga dalla Siria, quindi per me era una meta cruciale. L’orrore della guerra in Siria è inimmaginabile e molti hanno dovuto fuggire e lasciare indietro persone amate. Ho conosciuto coppie, come Mohammad e Nada, che hanno perso tutto ciò che avevano, la loro comunità e il loro lavoro, nella speranza di una vita più sicura. La mia seconda destinazione è stata il Messico. La maggior parte delle persone che ho fotografato lì vengono dall’America Centrale, fuggono da povertà, violenza, repressione politica e dissesti climatici. Lo scorso autunno, circa 7.000 migranti hanno iniziato il loro viaggio attraverso l’America Centrale e il Messico. Di questi, 4.000 sono arrivati ai confini con gli Stati Uniti. Volevo ascoltare i racconti di chi ha dovuto unirsi a questa carovana ed è stato costretto a lascia- re i proprio cari in cerca di un futuro migliore.
Un padre e un figlio addormentati dopo una lunga giornata di cammino, Juchitán, Messico. © Pieter Ten Hoopen

Un padre e un figlio addormentati dopo una lunga giornata di cammino, Juchitán, Messico. © Pieter Ten Hoopen

Nel vivo

In Messico ho conosciuto Christian e Daniella. Daniella, che all’epoca era incinta, mi ha raccontato di come avesse conosciuto Christian quattro anni prima su una spiaggia in Honduras: è stato amore a prima vista, si sono sposati in due settimane! Quando sono partiti, hanno dovuto lasciare la prima figlia, perché non sarebbe sopravvissuta al viaggio. Prevedevano di riprenderla con loro una volta arrivati negli Stati Uniti. È la ricerca di storie come la loro che muove il mio lavoro. Devo trovare soggetti che se la sentono di raccontare e rivivere il passato.

Marvin Figueroa, 32 anni, e Thoselin Euceda, 24, hanno lasciato l’Honduras con i figli Sammy ed Emely. Qui sono ritratti con Emely. © Pieter Ten Hoopen

Marvin Figueroa, 32 anni, e Thoselin Euceda, 24, hanno lasciato l’Honduras con i figli Sammy ed Emely. Qui sono ritratti con Emely. © Pieter Ten Hoopen


Molti sono traumatizzati, ci vuole delicatezza. È stato difficile per me, ma ho avuto la fortuna di incontrare coppie disposte a parlare dei loro sentimenti ed esperienze. Ascoltare il modo in cui questi giovani parlavano di loro, e tra di loro, è stato commovente – è una cosa che non dimenticherò, un privilegio. Ho compreso che, ovunque ci siano persone, l’amore è un tema ricorrente di ogni storia e ogni lotta. La mia immagine preferita è quella di un uomo seduto da solo su un cordolo a Juchitán, Messico, prima di un nuovo giorno di cammino e autostop. Era prima mattina e la luce era perfetta. Mi sento fortunato per aver potuto lavorare su un progetto come questo. Ho incontrato coppie straordinarie e visto un amore che non sapevo esistesse.
Pieter Ten Hoopen 

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