18 Settembre 2019 di Vanessa Avatar

Massimo Sciacca. Raccontare in poche righe la carriera di un professionista, che ha dedicato metà della sua vita alla fotografia, non è cosa facile. Meno ancora quando gran parte di questa attività si è svolta in zone di guerra. Quella guerra che ha sempre cercato di raccontare non parlando di morte, ma cogliendo momenti che potessero rappresentare segnali di vita e di speranza. Massimo Sciacca, classe 1965, è nato e cresciuto a Bologna. Inizia la sua attività di reporter a soli 18 anni, prima occupandosi di cronaca e poi come fotogiornalista di guerra per importanti testate italiane. Ha seguito tutto il conflitto nei Balcani. Restando per anni a Sarajevo, tanto che oggi considera la città come casa sua. “Ho ancora tanti amici – dice – è stata un’esperienza molto potente, che mi ha insegnato molto. Anche in quella situazione terribile, preferivo raccontare storie di vita e non di morte. La mia più grande soddisfazione è stato il progetto ‘Rock sotto l’assedio’. Il giovane gruppo rock che avevo fotografato per le strade sconvolte dalle bombe è stato ingaggiato da Vasco Rossi come spalla per i suoi concerti. In Italia hanno esordito a Milano, allo stadio di San Siro. Dopo i Balcani sono andato in Asia, a Hong Kong, poi in Polinesia. Giro il mondo perché è importante denunciare ciò che non va attraverso le immagini. Dopo è stata la volta degli Stati Uniti e ora dell’Africa”. Ma con l’avvento del digitale, per un fotografo come Sciacca qualcosa è cambiato? “È stato difficile adeguarmi – spiega -. Mi ritengo un fotografo classico. Preferisco raccontare in bianco e nero, anche se ora faccio film e documentari. Naturalmente a colori”. Ma come è diventato fotografo? “ “La passione è nata dai viaggi. Sono un autodidatta. La mia palestra? I rally a Bologna. Ho scoperto tardi la mia città – continua -. Amavo la Bologna alternativa, quella dei centri sociali, del Livello 57 e del Link. L’ho documentata nei primi anni ‘90 ed è stata oggetto di una mostra nel 2000, quando fu città della Cultura. Un periodo d’oro, che ha prodotto tanti bravi artisti. Come BLU, uno dei migliori street artist”. Nel 1997 Sciacca ha vinto il primo premio Word Press. Nel 1998 entra a far parte di Contrasto. “La realtà è a colori, ma il bianco e nero è molto più realistico”, conclude

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