8 Agosto 2016 di Redazione Redazione

La storia di un fotografo che si tuffa nelle grandi periferie del mondo alla ricerca dell’umanità nelle metropoli e dell’attimo di poesia


di Alessio Perrone


«Ho capito a Palermo ciò che spingeva altri artisti: non potevo non rendere una traccia di ciò che stavo vedendo. È lì che è arrivata la fotografia»


"Stazione centrale" Milano 2015

“Stazione centrale” Milano 2015

«La città nuova è una sfida: entrarvi è affascinante, è come azzerarsi. Nessuno ti conosce, nessuno sa chi sei; drizzi le antenne, stai attento a cosa ti circonda, a cosa ti può salvare e a cosa non può farlo». Nicola Cicognani racconta con l’impeto di un fiume in piena, includendo nelle sue parole sempre più ricordi, storie e immagini del suo lavoro. Un’opera di esplorazione fotografica compiuta attraverso delle immersioni tra Rimini, Palermo, Milano e New York, in cui il fotografo si stacca dal documentarismo per il suo cercarsi e riscoprirsi nelle genti, nelle architetture, e nel suo stesso racconto.


«La felicità abita nelle metropolitane di periferia» Nicola Cicognani


Palermo

"Arcobaleno a Palermo" Palermo 2009

“Arcobaleno a Palermo” Palermo 2009

Il lavoro dedicato alla capitale siciliana è quello che ha sancito il suo status di fotografo. «A Palermo ero andato in cerca di umanità», racconta. «Sono stati quattro mesi di fuga alla ricerca di ciò di cui avevo bisogno e che ho trovato sui marciapiedi, nella gente senza un soldo. Ho raccontato la città così come io la sentivo». Cioè con colori violenti e decomposti, che accendono gli scorci e le piazze. Nella città trovano spazio arabeschi, icone di cristi e santi che spuntano come funghi nei negozi e tra le finestre rotte, nelle piazze deserte e negli edifici in degrado. Per Nicola Cicognani questo è un luogo dai contrasti profondi, in cui affiorano i vissuti, gli oggetti e i sogni di coloro che la popolano e l’hanno popolata nei secoli.

"La vetrina" Palermo 2010

“La vetrina” Palermo 2010


«Ogni tanto c’è qualcosa che per poco tempo è fotografia, e io sento di doverlo portare via» Nicola Cicognani


New York

"A mother" ny 2012

“A mother” ny 2012

Dopo Palermo, il suo sguardo si interessa sempre più alla figura umana e a una lettura che non può non risentire dell’ambiente urbano. Durante il viaggio verso l’altra sponda dell’Atlantico con destinazione New York, l’approccio profondo ed emotivo dedicato a Palermo si disfa della violenza e dei colori accesi. Nicola Cicognani si tuffa tra le strade in cui era nata la street photography. «New York è fortissima. È il lato bello della modernità, c’è un posto per ogni stato d’animo» ci dice. E lui si immerge nella capitale, tra le strade e la gente, e la dipinge attraverso i passaggi mutevoli sulla sua umanità. Nella Grande Mela il colore si fa più bilanciato all’interno della composizione, lasciando spazio al racconto vero e proprio della città, trasmesso con una fotografia ovattata e contemplativa. Passeggeri d’autobus che osservano il fotografo da dietro una bandiera americana, affetti e solitudini nascoste, riflessi sulle vetrine, vecchi neon e hot dog sono la foresta di simboli della New York in cui si rispecchia il narratore, « È una città così forte da dirti chi sei». Dopo New York, Nicola Cicognani sta lavorando su Milano, spostando sempre più il suo sguardo sulla gente che la popola. «Cerco l’umanità, persone colte in un momento di emozione, in treno, in metropolitana, in centro», racconta. L’approccio è lo stesso: «Guardando le persone, come gli interni e le architetture, capisci molte cose di una metropoli. Ma Milano è una nuova città, una nuova sfida».

3 am Manhattan ny 2012

3 am Manhattan ny 2012


«Guardando a dettagli di pareti scrostate, interni vissuti e logori, scorci di persone e vite cittadine, restituisce alle cose, spesso dimenticate, quella dignità che gli era appartenuta» Nicola Cicognani

"Grattacielo Pirelli" Milano 2015

“Grattacielo Pirelli” Milano 2015



Nicola Cicognani è nato a Bologna il 26 agosto 1968. Ha 13 anni quando, di nascosto dalla madre, prende in mano una fotocamera per la prima volta, senza velleità artistiche. Cresce pensando di diventare un pittore, un attore o uno scrittore. Si laurea in giurisprudenza, cedendo alle aspettative familiari. Ritratto CicognaniA quarant’anni subisce un grave incidente in moto ed è la svolta. Fotografa il mare di Rimini (2008) dopo la tempesta, poi Palermo (2009-10) per qualche mese con l’occhio dello street photographer. Da quegli scatti, quasi per caso, nasce la sua carriera da professionista. Franco Fontana nota una sua foto da uno stampatore e gliene chiede una copia. Poco più tardi, l’incontro con Denis Curti. Dal 2008 Cicognani collabora con la Galleria Forni di Bologna. Tra i maestri studiati, Eggleston, Scianna e Wenders. I suoi lavori più recenti sono quelli dedicati a New York e a Milano.

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