Caratteristiche
Il sensore da 24,3 MP della Z 5 ha quasi la stessa risoluzione di quello della Z 6 (da 24,5 MP), ma non è lo stesso. La differenza di 0,2 MP si traduce in immagini da 6.016×4.016 pixel per la Z 5, contro i 6.048×4.024 della Z 6. Ma, non perdete il sonno per una manciata di pixel: gli scatti delle due fotocamere possono essere stampati con la stessa risoluzione o ritagliati in pari grado senza la minima differenza. È però un indice chiaro di differenza tra i due sensori: la Z 6 monta un più costoso sensore del tipo BSI (BackSide Illumination), retroilluminato – il che facilita la cattura di più luce e offre una maggiore resistenza al rumore digitale, nonché una più ampia gamma dinamica. La circuiteria di questo tipo di sensori, inoltre, è sistemata dietro i fotodiodi e non davanti a essi come nel design tradizionale; quindi, i BSI hanno prestazioni migliori in luce ridotta.
Le due fotocamere in realtà hanno la stessa gamma ISO nativa 100- 51.200, ma il range espanso della Z 6 arriva a ISO 204.800 anziché 102.400. C’è un’altra differenza “fisica”: la porta che chiude lo slot delle schede di memoria è più profonda, perché la Z 5 alloggia due slot, anziché quello singolo dei modelli di fascia più alta. Sembrerebbe dare un vantaggio alla Z 5, ma ci sono alcune considerazioni da fare: quando Nikon ha adottato il formato XQD per Z 6 e Z 7 (aprendosi alla compatibilità con CFexpress), ha motivato il passaggio con il fatto che si tratta del formato più veloce, affidabile e a prova di tempo sul mercato.
Non è certo un’evoluzione economica, ma, d’altra parte, nemmeno le più veloci schede UHS-II SD possono tenere testa ai tempi di lettura e scrittura delle XQD/CFexpress. Inoltre, le XQD/CF vantano un tasso di errore prossimo allo zero. In ogni caso, oltre al backup immediato degli scatti, il doppio slot della Z 5 offre la possibilità di salvare i file RAW su una scheda e i JPEG sull’altra: è molto comodo per condividere rapidamente le immagini e conservare a parte i file su cui vorremo lavorare, o anche solo per aumentare il numero di scatti catturabili prima di dover cambiare scheda.
Qualità costruttiva e maneggevolezza
La Z 5 monta lo stesso mirino elettronico mozzafiato di Z 6 e Z 7, con display da 3,69 milioni di punti, per immagini limpide e quasi del tutto prive di ritardi. È l’EVF più vicino a un “vero” mirino ottico che possiamo trovare su una Nikon e, grazie all’introduzione di elementi ottici di altissima qualità nel display, è in assoluto tra i migliori sul mercato. Una volta abituati a usarlo, si può persino finire per preferirlo a un mirino ottico.
Il display LCD posteriore, invece, ha risoluzione pari a meno della metà, con 1,04 milioni di punti contro i 2,1 delle Z di fascia più alta. Tuttavia, se la differenza è evidente in un confronto diretto, guardando solo il display della Z 5 la maggior parte di noi non si accorgerà del ridotto numero di pixel. Per vedere il dettaglio delle immagini al 100% ser-ve una pressione aggiuntiva del pulsante dello zoom.
Prestazioni
Abbiamo messo alla prova la Z 5 insieme a una Z 6, portandole “sul campo” e realizzando con entrambe scatti quasi identici delle stesse scene – inquadrate con treppiede e con lo stesso 24-50 mm kit passato da una all’altra. Ingranditi al 100% e analizzati pixel per pixel, gli scatti della Z 6 mostrano forse un filo più di contrasto e di profondità nelle ombre, ma nella maggior parte dei casi è difficile notare differenze.
Anche se il sensore, come detto, è nuovo, la Z 5 ha lo stesso numero di punti AF della sorella, 273. L’autofocus è reattivo quanto quello della Z 6 e, grazie alla disposizione su una griglia 21×13, copre il 90% dell’inquadratura.
Per quanto veloce, non è però all’altezza di rapidità e precisione dei sistemi più avanzati per reflex. La Z 5 può girare video 4K a 30 fps, ma con un fattore di ritaglio di 1,7x, non a sensore pieno come la Z 6: l’estremità più corta dello zoom 24-50 mm si trasforma in una focale effettiva pari a 41 mm, lontana dall’originale grandangolare. All’altra estremità, i 50 mm diventano gli 85 mm di un ragionevole medio-tele. Insomma, la fotocamera è perfettamente in grado di girare video, tuttavia gli obiettivi smettono di comportarsi come siamo abituati ad aspettarci in modalità fotografica.
Ottica kit? È un “nì”
Tutte le entry-level pretendono un’ottica kit e la Z 5 è accompagnata dal nuovo Z 24-50 mm f/4-6.3 (per ora non si può acquistare solo il corpo). Come molti altri zoom Nikon Z, ha design retrattile, quindi è un po’ più lungo in uso di quanto sia da chiuso. Si è dimostrato nitido lungo tutta la sua (breve) escursione focale e capace di una messa a fuoco veloce sui soggetti in movimento, come gli skater delle immagini di esempio. Purtroppo, la gamma focale è davvero limitata, supera a stento l’ingrandimento 2x. Se l’estremità 24 mm corrisponde più o meno alle aspettative, la massima lunghezza focale, 50 mm, lascia davvero a desiderare in gittata tele. Il diaframma parte da f/4 all’estremità grandangolare e chiude fino a f/6.3 alla massima estensione: è piuttosto buio, soprattutto in relazione alla limitata gamma zoom, e ostacola la riduzione della profondità di campo nei ritratti e simili.
Oltre all’anello dello zoom, c’è un secondo anello di controllo, che di norma serve per la messa a fuoco manuale ma a cui pos- sono essere attribuite altre funzioni quando è attivo l’autofocus. Salta all’occhio la mancanza di un selettore sul barilotto per attivare e disattivare l’autofocus: poiché non c’è selettore AF/M neppure sui corpi macchina Z, si è forzati a ricorrere al menu per cambiare modalità di messa a fuoco. Manca anche il selettore VR, ma questo dipende dal fatto che l’obiettivo kit si affida alla stabilizzazione del corpo macchina.
Per produrre un’ottica kit così compatta, Nikon ha accettato compromessi sia sull’estensione focale sia sulla massima apertura – e per alcuni potrebbe essere un po’ troppo da digerire. Lo zoom Z 24-70mmf/4dikitconZ6eZ7è di gran lunga preferibile. Non solo è più lungo e più luminoso, ma in quanto appartenente alla serie S ha una qualità di immagine semplicemente stratosferica. La qualità dello Z 24-50 mm f/4-6.3, invece, è buona ma non eccezionale. La sensazione è che molti fotografi si troveranno a voler integrare o cambiare l’obiettivo in brevissimo tempo.
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