11 Gennaio 2019 di Vanessa Avatar

Paris D’Amour

Il ritratto di una città e dei suoi abitanti intorno a un tema comune: l’amore e la sua manifestazione sociale, il matrimonio. Una galleria visiva di uomini e donne, che dichiarano il loro sogno d’amore. La fotografia dell’unione di individui di culture, religioni e origini diversi, celebrate sullo sfondo più adatto che esista: Parigi.
Paris D’Amour è una galleria di ritratti di uomini e donne, di individui di culture, religioni e origini diversi, che manifestano il loro sogno d’amore; celebrate sul magico sfondo della città simbolo del romanticismo per eccellenza: Parigi.
Da un municipio all’altro della capitale francese, le cerimonie nuziali sono il rito di passaggio che accomuna tutti, un inno all’amore, il gioioso, toccante filo rosso che corre lungo la città e si esprime nelle persone e nel desiderio di celebrare il loro amore. La diversità delle coppie riflette l’eccezionale convivenza di culture, che contribuisce alla ricchezza della città.
Si chiamano Antoine. Bacai, Charlotte, Arljouza, Ardoingt… Hanno trovato l’amore al lavoro, davanti una giostra, in un aeroporto o al liceo. Vivono a Parigi ma spesso sono nati altrove: Ardèche, Algeria, Corea…
Si sono sposati in presenza di un testimone d’eccezione: il fotoreporter Gérard Uféras, che entrato nel cuore dell’evento, spintonato dai ballerini, accolto nelle famiglie, ne ha immortalato i gesti teneri e sguardi complici. Le foto mostrano la sposa e la nonna mentre mangiano un panino prima della cerimonia, due bambini che si baciano teneramente durante la festa di Yalle e Stéphane, Anna e Somanin seduti per terra che ricevono una cascata di petali di fiori dagli invitati.
La mostra riunisce un centinaio di fotografie scattate in varie fasi di 70 matrimoni religiosi, “Pacs” e riti laici in oltre due anni di lavoro. I futuri sposi, gli invitati, i parenti, gli amici durante le feste di addii al nubilato e celibato, la preparazione alla cerimonia, il rito, i balli. I momenti ufficiali di cerimonie civili e religiose, e intimi di solitudine, raccoglimento, gioia, emozione. Sembrerà di contemplare degli “haiku fotografici”, dei pensieri d’amore di sconosciuti che stanno lì a raccontare il mondo. Secondo l’autore, La fotografia è un atto d’amore: andiamo verso l’altro per fotografarlo e mostriamo all’altro la sua immagine. Il matrimonio rappresenta un tema di reportage ideale. Una festa di matrimonio è un momento di partecipazione e condivisione che, a mio parere, è la vera essenza della creazione e della fotografia.

Paris D’Amour: la mostra

Paris D’Amour celebra la diversità di una città e del mondo in cui ognuno è libero di impegnarsi, scegliere, andare verso l’altro qualunque siano le sue origini. La scelta del tema è soprattutto un atto politico: il matrimonio come una parentesi di promesse, una libertà presa (in coscienza) nel corso del tempo che coinvolge coppie di diverse estrazioni religiose, sociali e culturali. Uféras presenta foto in bianco e nero e a colori e avanza sulla scia dei grandi fotografi umanisti, come Cartier-Bresson o Willy Ronis,ma anche sui film di René Clair, Marcel Carné e dei fratelli Prévert.
La mostra comprende un centinaio fotografie e ritratti in bianco e nero e a colori. Oltre alle fotografie, un cortometraggio di Pierre Schumacher, 13 minuti che svelano retroscena del progetto raccontati direttamente da Gérard Uféras,  momenti particolari di alcune cerimonie alternati a riprese del lavoro di editing e post-produzione delle immagini.

Paris D’Amour: Villa Reale di Monza

Villa Reale di Monza riaperta al pubblico nel settembre 2014, dopo 25 mesi di un attento e impegnativo restauro che ha rilevato uno stato generale di grande degrado che nascondeva un tesoro di straordinaria bellezza, ha attirato un grande numero di visitatori, per la sua storia, ma anche per le mostre proposte. Una meravigliosa e unica cornice in cui immergersi, ricca di fascino e storia, che racconta, in ogni suo elemento decorativo, letteratura, musica, arte, architettura e tanto altro. Dal genio del Piermarini che l’ha progettata, dalla lungimiranza di Maria Teresa D’Austria che l’ha commissionata, alla sapienza della regina Margherita che l’ha amata, arricchita e modernizzata, fino a tutti noi oggi, che la sosteniamo, ammiriamo, amiamo, facciamo conoscere e che ascoltiamo ciò che ha sempre avuto da dire: la Villa Reale di Monza è un bene da vivere.
A cura di
PHOTO OP e NUOVA VILLA REALE MONZA SPA
Dal 6 dicembre 2018 al 3 marzo 2019
Alla Villa Reale di Monza
Secondo Piano Nobile

Fonte Villarealedimonza.it

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