12 Marzo 2020 di Redazione Redazione
Gli inglesi la chiamano “pet photography”: semplicemente, è la fotografia agli animali domestici. È un genere amatissimo ma è tutt’altro che facile portare a casa buoni risultati! Per questo abbiamo contattato l’esperto John Alexander, la persona giusta per guidarci in questa impresa: tiene regolari corsi e workshop in cui i suoi due educatissimi cani, Bally e Milly, sono vere star!

Un fotografo poliedrico

«Sono sempre impazzito per la fotografia agli animali, ma non ho la pazienza necessaria a una carriera in campo naturalistico», racconta John. «In realtà, lavoro in molti campi diversi: sono un fotografo di nozze e commerciale, organizzo laboratori, giro video e, naturalmente, mi occupo di ritratti agli animali domestici. L’aspetto più interessante è che la fotografia ai cani
mi ha aiutato a diventare un fotografo di nozze più completo, che la fotografia di nozze mi ha reso un fotografo di viaggi migliore, e così via! Penso che, se le tue immagini sono buone, alla gente non importi molto vederti impegnato su più generi».

All’opera con John: 1#Catturare l’attenzione dei modelli

Abbiamo accompagnato John e i suoi cani in diversi scenari per coprire quante più tecniche e situazioni di scatto possibili. Il fotografo ci aveva avvisato: portate gli stivali da pioggia! Per fortuna gli abbiamo dato retta… Il primo set è un campo in aperta campagna.
Come abbiamo sentito dire milioni di volte, la fotografia è luce e anche John ha ben presente questo concetto. Il primo passo è muoversi intorno a Bally, per capire da quale angolazione può sfruttare al meglio la luce del sole. Grazie alla copertura nuvolosa, la giornata presenta una luce morbida e diffusa e il fotografo deve preoccuparsi soprattutto di catturare una scintilla di riflesso negli occhi di Bally, fondamentale per dare loro “vita”.
I primi scatti che John spiega agli studenti dei suoi workshop sono i ritratti statici, per cominciare a prendere la mano con le nuove tecniche. Quando fotografiamo animali non abituati alla fotocamera, magari un po’ timidi o nervosi, è una buona idea far loro conoscere il suono dello scatto e l’aspetto dei teleobiettivi. Avviciniamo la fotocamera al muso, scattando qualche foto a vuoto e offrendo premietti e biscottini: otterremo un’associazione positiva tra fotocamera e gratificazione. Ovviamente, ci sono cani che non hanno il minimo problema con la fotocamera: con loro, possiamo cominciare a scattare subito! Anche quando non sono spaventati dalla macchina, tuttavia, alcuni soggetti non sono modelli ideali. Molti cani hanno una soglia dell’attenzione piuttosto limitata e dobbiamo riuscire a trattenere il loro interesse con giochi o bocconcini. «Conoscere il soggetto è molto utile», dice John. «Per esempio, io so che Bally adora le palline da tennis, così ne alzo una sopra la mia testa per indurla a sedersi e guardare verso l’obiettivo!».

2#Le impostazioni di scatto

Trovata la posa giusta, è il momento di ragionare sulle impostazioni di scatto. Cosa consiglia John? «La maggior parte delle persone che viene ai miei corsi ama sia i cani sia la fotografia, ma è ancora bloccata in modalità automatica», dice John, che consiglia invece di passare alla priorità di diaframma: «Lavoro a priorità di diaframma per il 95% dei miei scatti. Imposto il diaframma più ampio disponibile, in genere f/2.8, per ottenere occhi e muso nitidi e sfocare lo sfondo». Anche quando non ci sono distrazioni visuali o elementi sgradevoli sullo sfondo, aprire il diaframma isola il soggetto e lo stacca. «Voglio che Bally sia davvero protagonista, ben stagliata contro il prato, e che lo sfondo sia nettamente secondario». Tutte le ottiche di John hanno massime aperture molto luminose proprio per questo.
Subito dopo l’esposizione, secondo John è fondamentale conoscere i metodi di messa a fuoco per lavorare con i cani – soggetti spesso vitali e vivaci, che può essere difficile tenere nitidi. Gli occhi devono essere il punto focale di qualsiasi ritratto, ma come li agganciamo con un soggetto che non ha intenzione di stare fermo? «Io uso la messa a fuoco dal dorso», spiega John. «Metti a fuoco una volta, ma puoi ricomporre e continuare a scattare mentre la fotocamera continua a seguire il soggetto». Significa poter apportare piccole correzioni alla composizione e scattare in sequenza senza dovere ogni volta preoccuparci della messa a fuoco. L’esperto aggiunge: «Cambio la composizione di continuo, a seconda di come si comportano la luce o il cielo». È giusto passare un sacco di tempo in ginocchio o sdraiato per terra, per arrivare all’altezza degli occhi dei soggetti e catturarne immagini più intime.
Oltre a tenere nitidi gli occhi del cane, dobbiamo preoccuparci anche della loro illuminazione. Dopo qualche semplice ritratto, John ricomincia a parlarci delle scintille luminose nello sguardo. In esterni, il cielo dà una naturale luminosità agli occhi, soprattutto se riusciamo a dirigere lo sguardo del cane leggermente verso l’alto (che è il motivo per cui John mostra la pallina a Bally tenendola alta sopra la testa).
John Alexander. Pet Photography

3# Scatti dinamici

Per la seconda parte della sessione, nel pomeriggio, ci spostiamo su un lago. Qui, abbandoniamo il teleobiettivo da ritratti per provare qualche scatto grandangolare in movimento. John manda i cani a giocare nell’acqua e si prepara a scattare. «I risultati più dinamici arrivano se scattiamo dal basso, puntando verso il cane più in alto». Per riuscirci, deve prevedere dove finirà Bally e scattare al momento giusto. Per scegliere il momento dello scatto, John usa il mirino e stima la distanza a cui si troverà Bally quando riempirà l’inquadratura. Come ci direbbe qualsiasi naturalista, quando fotografiamo gli animali è vitale conoscerli. L’esperienza però aiuta anche ad affinare qualche trucco. John, per esempio, non scatta centinaia di immagini a raffica. Al contrario, cerca di rendere nitido e pieno di vita ogni singolo scatto. «Spiego spesso che fotografare i cani non è una pratica solo fine a se stessa, ma è un’introduzione alla fotografia di qualsiasi altro soggetto divertente e vivace. Non si possono fare troppi piani, ed è un aspetto molto interessante»
John Alexander. Pet Photography

 

John Alexander

John è fotografo e videomaker. Lavora su moltissimi generi diversi, dai matrimoni ai viaggi ai ritratti di animali domestici e ha una lunga lista di clienti commerciali di ogni tipo.
http://www.jeaphotography.co.uk

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