È Nicolò Filippo Rosso il vincitore del Romano Cagnoni Award, giunto alla seconda edizione. Il premio nasce nel 2019 in memoria del grande fotoreporter. È promosso dalla Fondazione Romano Cagnoni, in collaborazione con Photolux Festival.
L’intento è di supportare i fotografi di tutto il mondo nella loro indagine sui temi legati alla condizione umana, al cambiamento sociale e ambientale, alle crisi umanitarie e alla violazione dei diritti umani.
Afferma, infatti, Patricia Franceschetti Cagnoni, presidente della Fondazione Romano Cagnoni e della giuria del Romano Cagnoni Award: «Questo è un premio nato con l’intento di supportare il fotogiornalismo nel mondo, caratterizzato da molti conflitti. Molti di questi sono nascosti, dimenticati o poco documentati, anche a causa della crisi che ha investito il settore del fotogiornalismo. Con il Romano Cagnoni Award ci proponiamo di supportare e coadiuvare i professionisti che con difficoltà documentano i conflitti nel mondo».
Nicolò Filippo Rosso vincitore del Romano Cagnoni Award
Quest’anno gli autori sono stati chiamati a lavorare sul tema della Libertà. Tema centrale nel progetto di Nicolò Filippo Rosso, Exodus. Un viaggio iniziato dal fotografo quattro anni fa, e che prosegue tuttora, seguendo le rotte dei flussi migratori dal Venezuela alla Colombia, dal Centro America al Messico e agli Stati Uniti. Storie di perdita e separazione, di conflitti. Di persecuzioni e impunità che provocano situazioni di migrazioni di massa in tutta l’America Latina.
Si legge nella motivazione della giuria: “Exodus di Nicolò Filippo Rosso è stato considerato all’unanimità quale progetto a lungo termine che meglio ha saputo interpretare il tema proposto in tutte le sue sfaccettature. Una testimonianza che, da quattro anni, documenta un racconto vero e dinamico, in grado di riportare condizioni di diseguaglianza sociale, di mancato accesso ai diritti primari e di difficoltà estrema nell’acquisizione delle libertà fondamentali, che caratterizzano il fenomeno delle migrazioni in America Latina”.
“Un argomento complesso, che l’autore riesce a rappresentare, offrendo un segnale informativo importante e continuo. Rivelando una spiccata capacità di approfondimento fotogiornalistico e doti di sensibilità, istinto e coinvolgimento umano notevoli”.
A valutare il lavoro una giuria internazionale composta da Martina Bacigalupo, 6MOIS; Elena Boille, Internazionale; Daria Bonera, DB Agency/CESURA; Patricia Franceschetti Cagnoni, Fondazione Romano Cagnoni; Jim Casper, LensCulture; Manuel Rivera-Ortiz, The Manuel Rivera-Ortiz Foundation; Moshe Rosenzveig, Head On Photo Festival.
Il vincitore al Photolux Festival
Nicolò Filippo Rosso riceverà un premio in denaro di 5.000 euro e una scultura (realizzata dall’artista di fama internazionale Armen Agop). Nonché la pubblicazione sulla rivista Internazionale.
Sarà, inoltre, protagonista con Exodus di una mostra monografica, a cura di Benedetta Donato (direttrice del Romano Cagnoni Award), durante la prossima edizione del Photolux Festival, Biennale Internazionale di Fotografia in programma a Lucca dal 21 maggio al 12 giugno 2022.
Racconta Benedetta Donato: «Con Nicolò stiamo lavorando a una selezione parzialmente inedita. Il progetto è ancora in fase di svolgimento e ci piacerebbe mostrarne anche le articolazioni più recenti, per far comprendere il contesto, le storie umane e l’ampiezza di un percorso così vasto e importante».
Romano Cagnoni Award: le menzioni speciali
La giuria ha assegnato una Menzione Speciale a Lorenzo Tugnoli con il progetto Afghanistan. Before and After August 2021. Questa la motivazione: “Per aver documentato con intensa lucidità i controversi aspetti del conflitto afghano. Dal crollo del governo al fallimento dell’intervento straniero, fino ai cambiamenti del paese sotto il controllo dei talebani”.
“Il lavoro di Lorenzo Tugnoli pone luce e attenzione su una situazione che rischia di essere dimenticata. Un territorio oramai sull’orlo di una crisi umanitaria, in cui in molti non rinunciano a una vita senza guerre e lottano per la libertà di espressione e di istruzione”.
La Menzione Speciale Under 30 è andata Mary Gelman, con il progetto M + T. “Per aver saputo raccontare la diversità come valore, attraverso un reportage delicato sulla storia intima di due persone affette dalla sindrome di Down, ambientato nel villaggio sociale di Svetlana”.
“La discriminazione nei confronti delle persone affette dalla sindrome di Down rappresenta una grave violazione dei diritti umani, in quanto nega libertà fondamentali a esseri umani che hanno pari diritti di partecipazione allo sviluppo e alla vita della società, su una base di uguaglianza con gli altri”.