23 Agosto 2017 di mauro Avatar

Fotografi vessati dalle tasse

La verità in fatto di tasse è sempre dolorosa da scoprire specie se si vive in Italia. Lasciando da parte gli equilibrismi degli economisti che cercano di indorarci la pillola, l’unico dato di fatto è che ormai il
cuneo fiscale per un single senza figli è complessivamente al 47,8%, mentre le tasse sulle attività professionali pesano per oltre il 65% dei profitti commerciali (dati: Il Sole 24 Ore).  A pagare il conto più salato sono artigiani e professionisti, il famoso “popolo delle partite IVA” al quale apparteniamo noi fotografi. Non dimentichiamoci poi che l’IVA dovrebbe passare al 25% nel 2018, al 25,4% nel 2019 per poi scendere al 24,9% nel 2020. In pratica: un disastro economico dal momento che è stato statisticamente dimostrato che in economie come quella italiana, all’aumento dell’introito fiscale, lo Stato genera più costi e non va certo a sanare i debiti precedenti. Detto questo, vediamo gli inquadramenti fiscali possibili – essenzialmente tre – per svolgere l’attività in maniera legale e corretta e scegliere il male minore.

Attività di impresa artigiana

Si tratta del caso più comune, dato che in questa configurazione ricadono le normali attività di produzione fotografica su commissione. Prevede mezzi, attrezzature e una struttura dove svolgere la professione come lo studio fotografico o un negozio. È l’inquadramento più complesso fiscalmente, comporta una contribuzione INPS più onerosa e l’iscrizione alle liste INAIL per l’assicurazione obbligatoria sugli infortuni del lavoro ma offre per contro la possibilità di accedere a crediti agevolati e altri vantaggi finanziari. Le variabili applicative di questa configurazione vanno verificate con il proprio consulente fiscale.

Attività di libera professione

Si configura quando non esiste una struttura aziendale e la fotografia rappresenta prevalentemente un’attività creativa. La libera professione, cioè un’attività professionale per la quale non sia previsto un albo, non obbliga all’iscrizione alla Camera di Commercio della provincia e consente una contribuzione INPS leggermente inferiore senza un minimale fisso. Per ottenere il massimo vantaggio possibile è bene analizzare come aprire la Partita IVA e quali codici ATECO (ATtività ECOnomiche) scegliere e i parametri per essere congrui con gli Studi di Settore.

Cessione del diritto d’autore

Si tratta di una situazione borderline e abbastanza particolare (suggeriamo sempre di chiedere la consulenza di un esperto in strategia fiscale oltre che del proprio commercialista) alla cessione del diritto di utilizzo per impieghi editoriali di immagini di carattere interpretativo o creativo. Non può essere applicata per impieghi commerciali-pubblicitari. L’attività, in questo caso, può essere svolta da qualsiasi professionista o persona senza alcuna particolare restrizione. La prestazione viene erogata non con una fattura IVA, ma con una semplice ricevuta, con valore fiscale, redatta su carta libera in due copie, con i dati normalmente riportati in fattura, ma con numerazione a sé stante. Sull’originale si applica una marca da bollo da 2,00 euro indicando esclusione IVA ex art. 3 DPR 633/72. Questi redditi vanno indicati nell’apposito quadro del Modello Unico.
L’imponibile Irpef scende al 75%. Cioè su 10.000 euro di reddito, sono imponibili solo 7.500 euro. La quota restante è detratta come deduzione a forfait per le spese di produzione dell’opera. La ritenuta d’acconto è del 20%  sul 75%. Questa deduzione non permette di dedurre alcuna spesa. Il reddito non è soggetto al contributo INPS.
Ciascuna delle tre possibilità è legale e lecita ma come già accennato in questi casi è meglio non improvvisare. Rivolgiti sempre a un bravo consulente che, se sussistono le giuste condizioni è in grado di farti risparmiare anche il 20-30% di tasse che in questo periodo sarebbero un preziosa boccata di ossigeno che offre risorse da immettere nel potenziamento dell’attività o per ottenere le giuste soddisfazioni economiche.Per saperne di più rivolgiti a consulenti specializzati, ogni euro risparmiato è una risorsa in più per la nostra attività.
 
 
 

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