7 Ottobre 2019 di Vanessa Avatar

Tony Gentile  inizia a fotografare per il Giornale di Sicilia e per l’agenzia Sintesi nel 1989. Sono gli anni più insanguinati della guerra di mafia in Sicilia e Tony Gentile, cresciuto guardando le fotografie di Letizia Battaglia e Franco Zecchin, si trova reporter di guerra nella sua stessa città. Nel 2003 si trasferisce a Roma per collaborare con la Reuters.

Tony Gentile e lo scatto rubato a Falcone e Borsellino

Una fotografia che è diventata un’icona. Falcone sussurra qualcosa a Borsellino, che l’ascolta divertito. Un rapido scambio di battute, niente di più, ma sui volti c’è tutta la loro personalità al di fuori delle pose ufficiali. Una fotografia di Tony Gentile che stava seguendo un incontro a cui partecipavano i 2 magistrati. Niente di speciale, una buona fotografia, forse un poco indiscreta, che andava proposta alle redazioni. Ben pochi la pubblicarono. Ma, alcuni mesi dopo, inaspettatamente, questa istantanea prese un altro significato. Entrambi vittime di attentati mafiosi a circa 2 mesi l’uno dall’altro, il ritratto andava ad assumere un nuovo ruolo, diventando l’immagine simbolo che oggi conosciamo. Tutte le redazioni la richiesero, leggendo forse solo ora quello che Tony Gentile aveva visto in un attimo. Pochi secondi di complicità tra i due magistrati, due pose sulla pellicola, quanto basta ad un buon fotografo per scattare la fotografia più nota d’Italia. “Quello scatto purtroppo ha acquisito il significato che oggi gli diamo», racconta Tony Gentile, «per quello che è successo dopo. Altrimenti sarebbe rimasta una foto come tante altre”

Immagine in evidenza Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Palermo, Palazzo Trinacria, 27 marzo 1992 – © Tony Gentile

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