6 Agosto 2020 di Redazione Redazione

Se possiamo misurare il successo di un fotografo professionista dal numero di voli che prende ogni anno per lavoro, allora Alex Stead deve davvero essere al top. Non passa quasi una settimana senza che non parta per un altro continente per un incarico in luoghi che la maggior parte di noi si limita a sognare. Non ci sono molti altri fotografi della sua generazione che possono vantare lavori per Mercedes, Porsche, Lufthansa o gli hotel Ritz-Carlton e la storia di Alex è anche la misura di come la nuova ondata di giovani fotografi commerciali sia riuscita ad affermarsi attraverso la costruzione di un profilo e di un’influenza social.

L’intervista

Da dove sei appena rientrato e di cosa ti stavi occupando? Ero in Tanzania, stavo fotografando hotel nel Serengeti. Ho passato tre notti in un safari camp hotel chiamato One Nature Nyaruswiga, che ha solo tredici stanze e quarantacinque dipendenti. L’altra struttura era molto più grande, era il Four Seasons del Serengeti centrale.

Una famiglia di giraffe nel Serengeti, a margine di un incarico commerciale

Una famiglia di giraffe nel Serengeti, a margine di un incarico commerciale

 Scattavi immagini pubblicitarie? Sì, è una parte del mio lavoro. Collaboro con gli hotel nella costruzione dei contenuti: quando aprono, tutti chiamano fotografi architettonici e hanno immagini molto tradizionali, di stanze e arredi. Sono bellissime, ma molto “statiche”. A quel punto arrivo io. Fotografo dappertutto, dagli alberghi più piccoli a cose enormi come lo ShangriLa di Vancouver, dove avevamo otto diversi modelli e abbiamo progettato scene con coppie, uomini d’affari, clienti nei negozi interni, per mostrare un po’ più interazione con l’hotel e un po’ meno noiosissime sedie!

Sembra che le tue giornate in questo periodo siano molto piene… La mia ragazza mi prende in giro perché dice che vado solo in vacanza! Alle Maldive, invece, ho probabilmente vissuto le giornate lavorative più lunghe. Scattavamo dall’alba, che è intorno alle cinque o alle sei del mattino, fino a mezzanotte. Nelle destinazioni tropicali i giorni sono lunghissimi, ma sono anche tra i miei preferiti, perché ci sono così tante cose da fare: diversi allestimenti e set, un sacco di cose da vedere. Facciamo tantissima fotografia subacquea, che io adoro, poi lavoriamo con una coppia, poi cerchiamo di organizzare un’escursione in barca e di far quadrare tutto…

l salto di un alpinista aggiunge dinamismo al primo piano di questa veduta del Cervino e del suo riflesso nel lago alla luce dell’alba.

l salto di un alpinista aggiunge dinamismo al primo piano di questa veduta del Cervino e del suo riflesso nel lago alla luce dell’alba.

Sembra richiedere molta elasticità. Hai una forza particolare o ti piace essere costantemente sfidato da una nuova sessione? In realtà, non mi allargo su troppi generi. Mi dedico a lifestyle, con motori e hotel, e a un paio di altre cose, come fotografia di prodotti. Tutti si specializzano in qualcosa, a me piacciono questi generi perché implicano sfide diverse, a livello di allestimenti e illuminazione.

Hai un grande seguito su Instagram. A quanti follower sei arrivato? Credo un milione o un milione e qualcosa, al momento. Seguitemi su @alex_stead.

Come usi Instagram? Non intendo mentire: Instagram ha avuto un ruolo enorme nell’avviare la mia carriera. Ho iniziato per gioco quando avevo quindici o sedici anni. Condividevo le mie immagini, francamente terribili, pubblicavo momenti e scene che pensavo potessero piacere e il mio profilo cresceva. A diciannove anni avevo probabilmente 400.000 mila follower, ma all’epoca non ne capivo ancora il valore. Era solo un gioco divertente. A quel punto mi sono iscritto all’università, e l’ho lasciata nello stesso anno, ma nel mezzo ho capito l’importanza dei social media e come usarli per lavorare con i grandi brand e creare relazioni con le persone. Mi hanno offerto opportunità incredibili, grazie alle quali ho potuto appunto lasciare l’università e avviare una carriera full-time.

Puoi farci qualche esempio da quei primi tempi? Per uno dei primi lavori ho saltato le lezioni di un’intera settimana, per andare a Stoccolma su commissione di Mercedes. Era una delle loro prime campagne social in collaborazione con Lufthansa. Era tutto molto nuovo anche per loro. Cercavano fotografi, ma anche persone che avessero già i propri follower, che quindi mi hanno aiutato tantissimo. In quegli anni ho conosciuto moltissimi brand diversi ed è stato fantastico perché per i giovani fotografi e i giovani creativi è molto difficile far passare messaggi e farsi ascoltare dai grandi nomi. Io avevo un pubblico e, in pratica, anche una cosa che funzionava quasi come una piccola agenzia: potevo presentare i miei lavori migliori in tutto il mondo.

Nella maggior parte dei Paesi del mondo Alex cerca bel tempo e cieli limpidi, ma alle Faroe ha preferito un clima selvaggio, per risultati più “vendibili” come questo

Nella maggior parte dei Paesi del mondo Alex cerca bel tempo e cieli limpidi, ma alle Faroe ha preferito un clima selvaggio, per risultati più “vendibili” come questo

Le piattaforme social richiedono un lancio quasi immediato dei contenuti: come concili il flusso di lavoro con le esigenze specifiche dei tuoi canali? Dipende tantissimo dal cliente. Con gli hotel, per esempio, sono più rilassato perché sanno che mi serve tempo. C’è moltissimo ritocco, molta elaborazione, tutte le immagini richiedono post-produzione, è un lavoro lungo e complesso. Nell’ultimo paio d’anni, però, ho lavorato anche con Lufthansa, sulla presentazione dei nuovi velivoli, che deve davvero essere istantanea. Fotografiamo l’aereo, corriamo al portatile, scarichiamo, elaboriamo, spediamo. Al team marketing, come ai giornali, serve tutto subito!

Qual è il consiglio che daresti a chi vuole fare il tuo mestiere? In tanti mi chiedono: «Ma come diavolo fai a guadagnare in questo settore?» o «Tu già guadagni, spiegami cosa fare adesso!». Capisco che chi ha appena passato diversi anni a imparare sia un po’ preoccupato, ma non è facile dare un consiglio. Credo che la creazione di una rete di contatti sia la cosa più importante. La vostra fotografia può essere la migliore del mondo, ma non lo saprà nessuno se non cominciate a parlare con la gente.

Alex Stead

Alex Stead

È un giovanissimo fotografo e regista londinese, specializzato in fotografia di viaggio, lifestyle e avventura. Ha lasciato il corso universitario di fotografia prima della laurea e ha continuato il suo percorso come assistente di fotografi professionisti, costruendo nel frattempo un grosso seguito online. Oggi Alex è uno dei fotografi europei più popolari sui social media, con oltre un milione di follower tra YouTube, Facebook e, soprattutto, Instagram. Lavora principalmente con grandi brand internazionali di auto e hotel, tra cui Maserati e Shangri-La, per cui produce immagini e video per i contenuti social e il marketing.

Per leggere l’intervista completa, acquista N Photography #101 in edicola da sabato 8 agosto oppressare in versione digitale PDF qui!

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