24 Maggio 2020 di Redazione Redazione
La nostra mente deve gestire oggi enormi quantità di dati. È stato stimato che ogni giorno ci investono cinque volte tanto il numero di informazioni che ci colpivano venticinque anni fa. Scremarle e distinguere quelle importanti è diventata una delle principali sfide della vita moderna.

Le potenzialità del RAW

In più di un senso, il sovraccarico informativo è anche la principale sfida dei fotografi. Un file RAW contiene circa cinque volte i dati di un equivalente JPEG. Quindi, se pensiamo di passare dagli scatti in JPEG a quelli in RAW, dobbiamo prepararci a scremare, distinguere e gestire tutti questi dati in più. Ma possiamo anche arrivare a un modo più “illuminato” di catturare ed elaborare le nostre immagini. Il RAW aumenta la nostra possibilità di scelta, mentre il JPEG la restringe. Quando scattiamo in JPEG è la fotocamera a decidere quale aspetto debba avere l’immagine e a scartare tutta quella quantità di dati extra che è in grado di raccogliere ma considera non necessari per l’aspetto che vuole. Quando scattiamo in RAW, teniamo tutti i dati. Il prezzo da pagare è il tempo che dobbiamo poi dedicare alla conversione e all’elaborazione dei file (oltre ai soldi da spendere per archiviarli). Il formato “grezzo” implica un livello di impegno che non consiglieremmo mai a un fotografo occasionale, ma il RAW è l’opzione migliore per quanti di noi, invece, vogliono mantenere il totale controllo sulle immagini. In questa rubrica vedremo quali sono i vantaggi della fotografia RAW e quali i metodi per plasmare la massa di dati in risultati perfetti, dallo scatto all’esportazione.

Caso 1: i paesaggi

La più estesa gamma dinamica RAW esalta notevolmente i risultati in esterni – basta guardare la foto in copertina dell’articolo!

  1. Tonalità sfumate. In JPEG, una pesante elaborazione porta a brutti effetti di banding nelle sfumature: si formano fasce di colore con transizioni nette dove le tonalità chiare scivolano verso quelle scure. In RAW è improbabile che succeda.
  2. Luci e ombre. Il RAW conserva più dettagli nelle luci alte e nelle ombre: è quindi ideale per i paesaggi, in cui spesso è difficile esibire il dettaglio delle aree più buie e più luminose della scena.
  3. Bilanciamento del bianco. In RAW possiamo definire il bilanciamento dopo lo scatto: non è necessario preoccuparsene troppo sul campo.
  4. Controllo dei dettagli. Possiamo estrarre più dettaglio dai file RAW perché in fase di elaborazione ci concedono più spazio di manovra. I JPEG, invece, sono già elaborati dalla fotocamera e ci lasciano meno margine sull’applicazione dello sharpening.
Per scoprire la rubrica completa “Tutta la forza del RAW” acquista Digital Camera Magazine #206 in edicola – in versione digitale qui – oppure seguici sul sito o sulla nostra pagina Facebook!

Lascia un commento

qui