27 Luglio 2020 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari

La psicologa della salute Elke Van Hoof, dell’Université Libre de Bruxelles, ha indicato il lockdown come “l’esperimento psicologico più ampio mai realizzato”.
Mentre scrivo, nel mondo si contano quasi 12 milioni di casi – oggi più di 15 milioni ndr.- su cui il virus ha lasciato in un modo o nell’altro dei segni profondi, ferite che ha subito anche chi ha scampato la malattia ma è stato costretto dalla crisi Covid-19 a stravolgere completamente la propria vita. La rivista Scientific American indica in anni il tempo che ci vorrà per vedere le vere conseguenze dell’emergenza sulla nostra psiche. La scienza della “resilienza”, tuttavia, ci ha già detto come circa due terzi delle persone sia in grado di riprendersi senza troppi problemi dalle esperienze negative, sviluppando metodi individuali fondamentali per superare le avversità. Forse nei giorni della pandemia lo abbiamo fatto anche noi, più o meno inconsciamente: c’è chi si è immerso nella lettura, chi si è dato alla cucina o al fai-da-te. E a giudicare dalle immagini che ci avete mandato e da quelle (tantissime) che sono apparse sui social nonostante fossimo tutti chiusi tra quattro mura, anche la fotografia si è rivelata uno strumento importante per superare il momento difficile: ci ha dato un po’ di forza in più per resistere “piegandoci ma non spezzandoci”.

editoriale di Andrea Rota Nodari da Digital Camera Magazine #207.

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