Sono stati annunciati i primi vincitori dell’edizione 2024 di URBAN Photo Awards, contest fotografico internazionale dedicato alla fotografia urbana. Sono Maria Pansini, Nadia Marmondi e Max Cavallari.
URBAN Photo Awards: Book e Zine
Con il progetto Sea, Steel, and Sorrow, Maria Pansini si è aggiudicata la vittoria nella sezione URBAN Book Award. Il suo progetto è dedicato alla città di Taranto e all’impatto devastante dell’industrializzazione sulla sua ricca storia e sull’ambiente. Ha commentato Paul Gadd, che ha giudicato i lavori candidati in questa categoria: “Sea, Steel, and Sorrow di Maria Pansini cattura la complessa e tragica relazione tra industrializzazione e vita umana. Il suo lavoro esplora profondamente l’identità di Taranto, rivelando sia la grandezza storica della città che le profonde cicatrici lasciate dall’industria. Questo documentario serve come importante promemoria della necessità di equilibrio tra sviluppo e natura, risuonando ben oltre Taranto stessa”.
Nadia Marmondi si è invece aggiudicata l’URBAN Zine Award, categoria che ha esordito quest’anno agli URBAN Photo Awards. Il suo progetto, Divenire, esplora l’interazione tra le emozioni umane e gli elementi naturali. Ha commentato Federica Berzioli, membro della giuria per le sezioni Zine e Press: “Divenire evoca un viaggio interiore che ci trasporta nel regno delle emozioni umane e degli elementi naturali. Il suo uso dell’acqua e delle rocce come simboli del cambiamento trasforma i pensieri in luoghi astratti, con il suo linguaggio fotografico che trasforma il colore in non-colore e diventa un elemento primario della narrazione”.
URBAN Press Award
Il fotografo documentarista Max Cavallari vince l’URBAN Press Award 2024. Il suo progetto Drowned Choice – selezionato dalla giuria formata da Arthur Dayras, Emanuele Costanzo, Federica Berzioli, Merel Galestian, Michael Kirchoff, Philippe Litzler – esplora le catastrofiche inondazioni che hanno colpito l’Emilia Romagna nel maggio 2023.
Scrive l’autore a proposito di questo lavoro: “Nel maggio 2023, la regione Emilia Romagna è stata colpita dall’inondazione più estesa che il nostro paese abbia mai conosciuto. In pochi giorni, un’area di decine di chilometri quadrati si è trovata sommersa da metri di acqua. Molti paesi si sono ritrovati con canali d’acqua al posto delle strade, laghi al posto delle piazze, piscine al posto di scantinati e garage. I danni sono ancora incalcolabili. Dopo un anno si possono ancora vedere i segni che l’inondazione ha lasciato in quei territori”.
“Un intero paesaggio che è stato completamente cambiato nella sua struttura urbana e nei complessi sistemi sociali dei paesi in cui siamo abituati a vivere. I cambiamenti climatici e la trascuratezza del territorio sono stati i fattori principali che hanno permesso a questa tragedia di verificarsi, entrambi riconducibili esclusivamente a una causa: l’essere umano e la sua tracotanza di essere superiore all’ambiente che lo circonda, che lo porta a fare scelte sbagliate ogni volta”.