29 Agosto 2020 di Redazione Redazione

Panorami come quello qui sopra sono il “soggetto” dei fotografi paesaggisti: i luoghi, tanto importanti che spesso la ricerca di quello migliore richiede più tempo di quanto ce ne voglia poi per immortalarlo. La maggior parte delle immagini più belle che vediamo sulle riviste o su Internet non è frutto del caso e delle coincidenze (anche se un po’ di fortuna ci vuole!): che sia in campagna, in montagna, sul mare, in città o in un bosco, la pianificazione è indispensabile per ridurre le variabili e aumentare le probabilità di ottenere una foto emozionante. La ricerca delle giuste location è parte del processo creativo. Per eseguire una buona ricerca possono bastare strumenti a cui è facilissimo accedere: mappe cartacee, servizi come Google Earth, app quali Photo- Pills, Dark Sky e Photographer’s Ephemeris… Tutti possono aiutarci a capire la conformazione del paesaggio, le condizioni climatiche previste e, non da ultimo, la direzione della luce. Ogni luogo ha però anche aspetti unici che dobbiamo saper cogliere per darne un’interpretazione spettacolare: scopriamoli in questa rubrica.

1#Pianura e campagna

Se pensiamo ai classici paesaggi, abbiamo visioni di maestose montagne o spettacolari coste, ma è probabile che i luoghi più accessibili per noi, solitamente, siano invece campi, terreni incolti e se va bene qualche collina. La maggior parte di noi vive non lontano dalla campagna. Anche in città, è quasi impossibile non trovare un paesaggio agreste ragionevolmente vicino, al limite anche in qualche parco. La campagna è ricca di opportunità: pensiamo a un albero solitario nel mezzo di un campo, a una stradina o a un fiume che serpeggiano nella scena, a un vecchio granaio o a una chiesetta immersi nel paesaggio, ai prati fioriti…

contrasto blu cielo - giallo dei campi

In Toscana, basta allontanarsi dalle città di qualche chilometro per incontrare una scena come questa. Qui, oltre all’albero che fa da centro d’interesse, l’occhio è attirato dal contrasto tra i colori complementari di collina e cielo.

Pensiamo locale

Le mete esotiche sono emozionanti, ma anche piuttosto dispendiose, in termini di soldi e di tempo. Perché allora non lavorare vicino a casa? Oltre al risparmio, la prossimità assicura l’enorme vantaggio della conoscenza del territorio. Nelle condizioni giuste, possiamo fotografare scene perfette quasi sulla soglia di casa.

Appunti digitali

Quando ci capita di imbatterci in una splendida composizione, ma sotto una luce tutt’altro che perfetta, scattiamo un “appunto digitale” con lo smartphone. Prendiamo nota di quando pensiamo sia il momento ideale per tornare, registriamo la direzione in cui è rivolto il soggetto e immaginiamo come potrà apparire in orari o stagioni diversi. È utile soprattutto per sapere dove andare a colpo sicuro in inverno: i paesaggi innevati vengono sempre meglio quando la neve è fresca e in questo modo non perderemo tempo prezioso girando a caso.

Punti di interesse

La fotografia paesaggistica è essenzialmente narrazione: il fotografo accompagna l’osservatore nella scena e lo guida a scoprirne diversi aspetti. Come ogni grande storia, anche un’immagine deve avere una trama o un punto di interesse principale. Se manca, lo sguardo si perde nell’inquadratura e scivola via. Può funzionare qualsiasi cosa: da un albero solitario a un granaio, da una persona a qualsiasi elemento che possa trattenere l’occhio nella scena. Naturalmente, deve essere abbastanza interessante da essere degno di fare parte del nostro racconto del luogo.

Puntiamo in alto

La campagna rischia di apparire piatta e mono-dimensionale se la catturiamo dalla stessa altezza del soggetto principale. Se invece scattiamo un po’ dall’alto e includiamo elementi per primo piano, campo medio e sfondo, riusciamo a creare molta più profondità. Anche in pianura possiamo sopraelevarci il minimo indispensabile se il nostro treppiede si eleva fino a due metri. Altrimenti possiamo salire sul tettuccio dell’auto, ma stiamo attenti a non graffiarla o ammaccarla!

Nebbia d’atmosfera

La foschia sul paesaggio è il Santo Graal di ogni fotografo paesaggistico: tutti la cercano perché aggiunge atmosfera e dà una dimensione diversa all’immagine. Quando è più probabile trovare nebbia e foschia? Il terreno deve essere umido, quindi è più facile che il fenomeno si manifesti dopo la pioggia, vicino a un lago o un fiume o in una vallata stretta. Ci vuole anche una forte escursione termica: in autunno e primavera, quando le notti sono fredde e le giornate calde, è più facile che si formi la nebbia, ma anche inverno ed estate possono offrirci molto. Se vogliamo accentuare la presenza di foschia, scattiamo controsole all’alba o al tramonto.

Campo di grano sfocato

Sfocato in movimento

Uno dei metodi più semplici e veloci per trasformare una foto paesaggistica è usare il tempo di posa con più creatività. Potremmo sfocare ogni movimento dell’oggetto o muovere la fotocamera stessa per risultati più astratti. Avremo bisogno di un tempo di scatto intorno a 0,5 secondi, o più lento, valore che può essere difficile ottenere in piena luce. Anche chiudendo al massimo il diaframma e abbassando gli ISO, potremmo non arrivarci: ci servirà allora un filtro per ridurre la quantità di luce che raggiunge il sensore. Un paio di filtri in particolare sono ideali per immagini di questo genere: un filtro a densità neutra (ND) non graduato o un polarizzatore. I filtri ND sono disponibili in diverse intensità e una versione da 2 o 3 stop è perfetta per abbassare i livelli di luce a sufficienza da arrivare a esporre per 0,5 secondi, con quasi tutte le condizioni di luce. I polarizzatori, invece, aumentano la saturazione delle immagini e ne riducono la luminosità fino a un paio di stop, quindi possono essere molto utili in situazioni di forte luminosità.

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