26 Dicembre 2019 di Redazione Redazione

Scegliere il primo telescopio non è facile: il mercato propone un’ampia varietà di prodotti con caratteristiche molto differenti tra loro. È necessario capire come spendere il budget di cui si dispone e soddisfare le proprie esigenze nel modo migliore, anche se, per ciò che concerne l’astrofotografia, è unicamente l’esperienza sul campo a offrire la possibilità di maturare una vera e propria consapevolezza a livello tecnico-strumentale. Ecco, dunque, qualche consiglio per guidarvi all’acquisto del vostro primo strumento entry level, che sicuramente vi porterà ad avvicinarvi a dispositivi sempre più performanti per la fotografia astronomica a lunga posa o per la ripresa planetaria. Infatti, non esiste un telescopio universale che vada bene per tutto: per questo motivo, dovete avere bene a mente i vostri obiettivi prima di cimentarvi nell’acquisto.

Telescopi rifrattori o riflettori?

Per iniziare, possiamo organizzare i telescopi in due grandi categorie:
 quelli rifrattori (con la lente davanti)
 e quelli riflettori (con lo specchio in fondo). Con un telescopio rifrattore potete osservare con profitto la luna e alcuni pianeti con una spesa ragionevole (150 €). Potreste perfino vedere gli anelli di Saturno o la macchia rossa di Giove! Sono leggeri, hanno un buon dettaglio e sono facili da usare. Dobbiamo però dire che per ridurre le aberrazioni cromatiche (per esempio aloni viola o colori distorti) servono lenti di buona qualità, che fanno aumentare vertiginosamente il costo (si possono superare anche i 5.000 €). Per avere immagini dettagliate, è consigliabile acquistare uno strumento di almeno 100 mm di apertura (diametro). Un telescopio riflettore, chiamato anche newtoniano, non solo è adatto per studiare la luna e i pianeti, ma è maggiormente indicato per la ripresa di oggetti deboli come galassie e nebulose (è necessario un diametro di ameno 114 mm). Questo è forse il miglior strumento per iniziare, perché estremamente luminoso e compatto.

Attenzione al diametro

Un errore molto diffuso è quello di classificare i telescopi in base alla loro potenza di ingrandimento. In verità, il metro di giudizio deve essere unicamente la capacità dello strumento di raccogliere la luce. Il diametro è molto più importante dell’ingrandimento, poiché determina la capacità di mostrare i dettagli di oggetti piccoli e deboli (risoluzione). La lunghezza focale (quanto lontano vede il telescopio) determina un fattore di ingrandimento certo. Per osservare l’immagine occorre, però, disporre di un oculare, che solitamente è incluso nella confezione, soprattutto per i telescopi entry level. Questo funziona come una lente d’ingrandimento, che zooma l’immagine. L’ingrandimento che si può ottenere dipende dal rapporto tra la lunghezza focale dello strumento e la lunghezza focale dell’oculare. Se dividete la lunghezza focale del telescopio per la lunghezza focale dell’oculare, otterrete l’ingrandimento (Ingrandimento = FOCALE TELESCOPIO / FOCALE OCULARE). Se, per esempio, abbiamo un telescopio da 1.000 mm di lunghezza focale e un oculare da 8 mm, si ottiene un ingrandimento di 125x. In teoria si possono raggiungere ingrandimenti enormi, ma poiché questo dipende anche dall’apertura dell’obiettivo, è inutile forzare lo strumento andando oltre le sue reali possibilità.
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Articolo a cura di Anna Smith e Riccardo Crescimbeni 

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