10 Novembre 2020 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari
Per essere la “entry-level” delle mirrorless full-frame Nikon, la Z 5 vanta specifiche sorprendentemente ambiziose: un nuovo sensore CMOS da 24,3 MP, un mirino elettronico ad alta risoluzione, lo stabilizzatore in-camera ed è persino sigillata contro polvere e umidità.
In sostanza, somiglia molto alla Z 6. Persino la disposizione dei controlli è quasi uguale a quella della sorella maggiore – con un’esperienza di utilizzo che è di fatto identica. Sul dorso, joystick, D-pad e una serie di pulsanti danno accesso ai controlli principali, insieme al touchscreen LCD e alle ghiere per pollice e indice, ben posizionate e facilmente raggiungibili, e a una coppia di tasti programmabili Function sul lato frontale.
Nikon Z5 Sigillature posteriori

Sigillature in tutti i punti “critici” garantiscono la resistenza a polvere e schizzi, e consentono shooting in esterni anche in condizioni climatiche difficili.

Caratteristiche

Il sensore da 24,3 MP della Z 5 ha quasi la stessa risoluzione di quello della Z 6 (da 24,5 MP), ma non è lo stesso. La differenza di 0,2 MP si traduce in immagini da 6.016×4.016 pixel per la Z 5, contro i 6.048×4.024 della Z 6. Ma, non perdete il sonno per una manciata di pixel: gli scatti delle due fotocamere possono essere stampati con la stessa risoluzione o ritagliati in pari grado senza la minima differenza. È però un indice chiaro di differenza tra i due sensori: la Z 6 monta un più costoso sensore del tipo BSI (BackSide Illumination), retroilluminato – il che facilita la cattura di più luce e offre una maggiore resistenza al rumore digitale, nonché una più ampia gamma dinamica. La circuiteria di questo tipo di sensori, inoltre, è sistemata dietro i fotodiodi e non davanti a essi come nel design tradizionale; quindi, i BSI hanno prestazioni migliori in luce ridotta.

Nikon Z 5 in uso

Il design della macchina simile a quello delle Z di alta gamma e l’impugnatura profonda assicurano un’ottima esperienza d’uso.

Le due fotocamere in realtà hanno la stessa gamma ISO nativa 100- 51.200, ma il range espanso della Z 6 arriva a ISO 204.800 anziché 102.400. C’è un’altra differenza “fisica”: la porta che chiude lo slot delle schede di memoria è più profonda, perché la Z 5 alloggia due slot, anziché quello singolo dei modelli di fascia più alta. Sembrerebbe dare un vantaggio alla Z 5, ma ci sono alcune considerazioni da fare: quando Nikon ha adottato il formato XQD per Z 6 e Z 7 (aprendosi alla compatibilità con CFexpress), ha motivato il passaggio con il fatto che si tratta del formato più veloce, affidabile e a prova di tempo sul mercato.

Nikon Z 5 - doppio slot

A differenza della Z 6, la nuova arrivata dispone di un doppio slot per le memory card. Possono ospitare altrettante schede SD.

Non è certo un’evoluzione economica, ma, d’altra parte, nemmeno le più veloci schede UHS-II SD possono tenere testa ai tempi di lettura e scrittura delle XQD/CFexpress. Inoltre, le XQD/CF vantano un tasso di errore prossimo allo zero. In ogni caso, oltre al backup immediato degli scatti, il doppio slot della Z 5 offre la possibilità di salvare i file RAW su una scheda e i JPEG sull’altra: è molto comodo per condividere rapidamente le immagini e conservare a parte i file su cui vorremo lavorare, o anche solo per aumentare il numero di scatti catturabili prima di dover cambiare scheda.

Qualità costruttiva e maneggevolezza

La Z 5 monta lo stesso mirino elettronico mozzafiato di Z 6 e Z 7, con display da 3,69 milioni di punti, per immagini limpide e quasi del tutto prive di ritardi. È l’EVF più vicino a un “vero” mirino ottico che possiamo trovare su una Nikon e, grazie all’introduzione di elementi ottici di altissima qualità nel display, è in assoluto tra i migliori sul mercato. Una volta abituati a usarlo, si può persino finire per preferirlo a un mirino ottico.
Il display LCD posteriore, invece, ha risoluzione pari a meno della metà, con 1,04 milioni di punti contro i 2,1 delle Z di fascia più alta. Tuttavia, se la differenza è evidente in un confronto diretto, guardando solo il display della Z 5 la maggior parte di noi non si accorgerà del ridotto numero di pixel. Per vedere il dettaglio delle immagini al 100% ser-ve una pressione aggiuntiva del pulsante dello zoom.

Nikon Z 5 front
Nikon z5 backNikon Z 5 top

Prestazioni

Abbiamo messo alla prova la Z 5 insieme a una Z 6, portandole “sul campo” e realizzando con entrambe scatti quasi identici delle stesse scene – inquadrate con treppiede  e con lo stesso 24-50 mm kit passato da una all’altra. Ingranditi al 100% e analizzati pixel per pixel, gli scatti della Z 6 mostrano forse un filo più di contrasto e di profondità nelle ombre, ma nella maggior parte dei casi è difficile notare differenze.
Anche se il sensore, come detto, è nuovo, la Z 5 ha lo stesso numero di punti AF della sorella, 273. L’autofocus è reattivo quanto quello della Z 6 e, grazie alla disposizione su una griglia 21×13, copre il 90% dell’inquadratura.
Per quanto veloce, non è però all’altezza di rapidità e precisione dei sistemi più avanzati per reflex. La Z 5 può girare video 4K a 30 fps, ma con un fattore di ritaglio di 1,7x, non a sensore pieno come la Z 6: l’estremità più corta dello zoom 24-50 mm si trasforma in una focale effettiva pari a 41 mm, lontana dall’originale grandangolare. All’altra estremità, i 50 mm diventano gli 85 mm di un ragionevole medio-tele. Insomma, la fotocamera è perfettamente in grado di girare video, tuttavia gli obiettivi smettono di comportarsi come siamo abituati ad aspettarci in modalità fotografica.

Con efficace messa a fuoco continua e precisa modalità Area AF, la mirrorless del marchio giapponese non ha avuto problemi a seguire le evoluzioni di questi skater.

Ottica kit? È un “nì”

Tutte le entry-level pretendono un’ottica kit e la Z 5 è accompagnata dal nuovo Z 24-50 mm f/4-6.3 (per ora non si può acquistare solo il corpo). Come molti altri zoom Nikon Z, ha design retrattile, quindi è un po’ più lungo in uso di quanto sia da chiuso. Si è dimostrato nitido lungo tutta la sua (breve) escursione focale e capace di una messa a fuoco veloce sui soggetti in movimento, come gli skater delle immagini di esempio. Purtroppo, la gamma focale è davvero limitata, supera a stento l’ingrandimento 2x. Se l’estremità 24 mm corrisponde più o meno alle aspettative, la massima lunghezza focale, 50 mm, lascia davvero a desiderare in gittata tele. Il diaframma parte da f/4 all’estremità grandangolare e chiude fino a f/6.3 alla massima estensione: è piuttosto buio, soprattutto in relazione alla limitata gamma zoom, e ostacola la riduzione della profondità di campo nei ritratti e simili.
Oltre all’anello dello zoom, c’è un secondo anello di controllo, che di norma serve per la messa a fuoco manuale ma a cui pos- sono essere attribuite altre funzioni quando è attivo l’autofocus. Salta all’occhio la mancanza di un selettore sul barilotto per attivare e disattivare l’autofocus: poiché non c’è selettore AF/M neppure sui corpi macchina Z, si è forzati a ricorrere al menu per cambiare modalità di messa a fuoco. Manca anche il selettore VR, ma questo dipende dal fatto che l’obiettivo kit si affida alla stabilizzazione del corpo macchina.

Ottica kit - Nikon Z 5

L’obiettivo kit è molto compatto, anche se non quanto il modello pancake Z 16-50 mm abbinato alla mirrorless DX Z 50.

Per produrre un’ottica kit così compatta, Nikon ha accettato compromessi sia sull’estensione focale sia sulla massima apertura – e per alcuni potrebbe essere un po’ troppo da digerire. Lo zoom Z 24-70mmf/4dikitconZ6eZ7è di gran lunga preferibile. Non solo è più lungo e più luminoso, ma in quanto appartenente alla serie S ha una qualità di immagine semplicemente stratosferica. La qualità dello Z 24-50 mm f/4-6.3, invece, è buona ma non eccezionale. La sensazione è che molti fotografi si troveranno a voler integrare o cambiare l’obiettivo in brevissimo tempo.

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